MESSINA. “Non stiamo prendendo il terzo seggio per 17 voti. Non so se ci sono contestazioni, noi difenderemo la nostra posizione”. Cateno De Luca si getta all’attacco del seggio di Luigi Genovese all’Ars, “reo” di averlo conquistato per un pugno di voti (in realtà 121, e non 17 come sostiene De Luca) col metodo dei “resti”, e di avergli soffiato la terza poltrona all’Assemblea regionale, a danno di  Alessandro De Leo, attuale consigliere comunale e primo dei non eletti in Sud chiama Nord (che si seggi ne ha già tre in realtà, perchè De Luca è entrato in parlamento in quanto primo degli sconfitti nella corsa alla presidenza della regione Siciliana andata a Renato Schifani). Su quale base De Luca rivendica il seggio e promette battaglia (con un centinaio di voti contesi il ricorso è assicurato, in ogni competizione elettorale, specie con diverse decine di migliaia in ballo)?  La spiegazione è meno complicata di quanto sembri, e per ottenerla bisogna rifarsi alla legge elettorale della regione Siciliana: Messina ha otto seggi, assegnati col proporzionale puro, diverso dal sistema D’Hondt delle amministrative, che conteggia tutti i voti validi presi dalle liste che hanno superato il 5% su base regionale: si sommano tutti i voti validi e si dividono per 8, il numero dei seggi. Il quoziente che si crea (25.635 voti) viene sottratto dai voti di tutte le liste che hanno ottenuto seggi, tante volte quanti sono i seggi ottenuti. Il “resto” così ottenuto consente a chi ha i numeri più alti di ottenere un altro seggio. La differenza tra i 17 voti che lamenta De Luca ed i 121 che costituiscono il reale vantaggio di Genovese sta qui: la lista Popolari e Autonomisti, che ha preso 14.140 voti validi, e zero seggi “diretti”, nel conteggio dei resti sopravanza Sud chiama Nord, che di voti validi ne ha presi molti di più, 65.289 (con due seggi), ma a questo numero ha dovuto sottrarre i due “quozienti”, col risultato di poter contare su 14.019 voti di resto: 121 meno di Popolari e autonomisti, per i quali quindi è scattato un seggio. Quello di Luigi Genovese. Che tra l’altro De Luca afferma essere “stato bocciato per l’ennesima volta”: e non è esattamente così, dato che l’unica volta che Genovese si è presentato alle elezioni oltre che il 25 settembre 2022, è stato a inizio novembre 2017, ed è risultato il più votato a Messina. Come il 25 settembre lo è stato De Luca. Che, più che una questione di voti (anche 121 non sono che un’inezia rispetto al totale dei voti in esame), ne fa una questione filosofica, diciamo. “Vi sembra giusto che per soli 17 voti Genovese torni in parlamento? I messinesi vi hanno preso a calci in culo. State rubando un seggio a noi per appena 17 voti”.

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[…] Luca come sconfitto nella co0rsa alla presidenza della regione Siciliana). Dal ricalcolo dei resti (qui la vicenda e il calcolo), la lista di De Luca recupera sulla Lega, prendendo il settimo seggio, alla Lega scatta […]