MESSINA. Quanto impatterà a Messina la cancellazione del reddito di cittadinanza, la misura di sostegno al reddito introdotta nel 2019 e cancellata dall’attuale governo meno di una settimana fa, quando circa le famiglie beneficiarie hanno ricevuto sullo smartphone, in poche righe, la notizia della sospensione dell’assegno, a partire da agosto? Molto.

Ventottomila nuclei familiari percettori in tutta la provincia, la metà dei quali, 14mila, nel comune capoluogo, con una prevalenza di donne, e l’età di circa metà dei richiedenti, all’atto dell’introduzione della misura, compresa fra i 30 e i 50 anni: un dato superiore di dieci volte rispetto a quello della provincia di Como, che ha un numero di abitanti simile (circa 600mila). Nel dettaglio, singoli residenti della provincia a ricevere il sussidio sono stati quasi 68mila, ovvero un cittadino su 10, mentre l’importo medio ammontava a 593 euro nel 2021, in crescita di circa 50 euro rispetto ai 544 del 2019.

Rispetto al 2019, in base ai dati forniti, il numero dei beneficiari è cresciuto in provincia di circa 8mila unità, mentre le richieste complessive, ad oggi, ammontano al 30 per cento in più rispetto alle domande accolte. Dall’introduzione del sussidio, inoltre, è mutato anche l’assetto dei nuclei familiari: se ad ottobre del 2020 ogni famiglia era composta in media da 2,35 persone, ad ottobre del 2012 la cifra si abbassa di diversi punti percentuali (2,21). Un dato che potrebbe essere determinato, almeno in parte, da separazioni “ad hoc” per ottenere più contributi all’interno dello stesso nucleo, come spiegano i relatori, che si soffermano anche sulle azioni di contrasto per arginare i “furbetti”, a fronte dei tanti episodi di cronaca emersi negli ultimi anni (i controlli nel corso dei primi mesi del 2021 sono stati 260, quasi due al giorno, relativi ognuno a decine o centinaia di casi).

Il reddito di cittadinanza prevedeva anche percorsi di inserimento al lavoro. Come sono andati? Non troppo bene, pare. Nel 2021, su 5501 persone a cui sono state avanzate delle proposte dal Centro per l’Impiego, spesso per lo stesso posto di lavoro, ha risposto positivamente solo il 5,8 per cento (circa 320 persone), mentre l’8,7 per cento (su 1032) ha optato per corsi di formazione e il 14,9% (su 382) per tirocini formativi. Un dato che va contestualizzato. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di offerte di lavoro a tempo determinato, per periodi anche molti brevi. Oppure, come spesso accade, le offerte non coincidono con i fatti, fra paghe da due o tre euro l’ora e condizioni al limite dello sfruttamento. Alle quali in tanti hanno adesso la possibilità di poter dire “no”. «Da questo punto di vista il Reddito ha rappresentato un argine alla schiavitù. Ci sono i “dati dei computer” e poi c’è la realtà. Ci sono le statistiche e ci sono le persone», aveva spiegato Giacomo De Francesco, responsabile del Centro per l’impiego.

Cosa accadrà adesso? La Legge di Bilancio ha previsto per le famiglie beneficiarie senza disabili, minori o anziani l’erogazione di sole 7 mensilità nel 2023. Poi il Decreto Lavoro ha rivisto le modalità di sospensione dei pagamenti e ha introdotto la possibilità di continuare a beneficiare dell’assegno mensile fino a fine anno in caso di presa in carico dai servizi sociali. l’INPS lavorerà alacremente anche nel mese di agosto per contribuire a mettere in piedi il nuovo sistema, la piattaforma SIISL (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa), che dovrebbe accompagnare i cittadini e le cittadine verso percorsi formativi e lavorativi garantendo un contributo di 350 euro al mese per un anno al massimo. Dovrebbe diventare concreta dal 1° settembre la possibilità di beneficiare dello strumento per la formazione e il lavoro, destinato a chi non rientra nella platea di beneficiari dell’assegno di inclusione che sostituirà il reddito di cittadinanza a partire dal 2024 con requisiti più stringenti. Il condizionale resta d’obbligo perché il decreto attuativo sull’attivazione della piattaforma era atteso entro la scadenza del 19 giugno 2023 ma non è ancora arrivato

 

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