MESSINA. Dieci sedute di consiglio comunale e ventiquattro commissioni, ad aprile 2021, sono costati al comune di Messina quarantamila euro in gettoni di presenza ai consiglieri comunali. Poco più di cinquemila euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (nel 2020 ad aprile c’era ancora il lockdown), segno di un po’ di “stanca” nell’attività amministrativa del civico consesso di Palazzo Zanca.

Non per tutti però. Undici consiglieri (su 31, il presidente del consiglio Claudio Cardile non percepisce gettoni di presenza, ma un compenso fisso da poco più di 3500 euro, il 65% dell’indennità del sindaco, esattamente come gli assessori) hanno collezionato più di trenta presenze, solo nove non hanno superato i venti, e il solo Salvatore Serra non è stato mai presente, guadagnando infatti zero euro.

Recordman di sedute di consiglio e commissioni è Alessandro Russo (Pd), con 32 presenze, ma piuttosto assidui anche Pippo Fusco (M5s), Nello Pergolizzi (Misto) e Francesco Pagano con 31, e altra mezza dozzina di consiglieri tra 30 e 29 presenze. Eppure hanno tutti guadagnato quanto Alessandro Russo, 1639,86 euro lordi. Perchè?

Perchè per i trentadue consiglieri comunali la retribuzione è praticamente “a cottimo”. Per loro ogni seduta alla quale partecipano, sia di consiglio comunale che di commissioni consiliari, è retribuita con un gettone di presenza da 56,12 euro lordi. E non importa quando siano presenti a Palazzo Zanca, il massimo che possono guadagnare sono sempre 1639 euro, perchè di sedute non possono cumularne più di una trentina. I 1639 euro sono il tetto massimo mensile di ciascun consigliere, che corrisponde a 1/3 dell’indennità di funzione del sindaco Cateno De Luca (che prende uno stipendio mensile lordo da 5.466,19 euro).

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Se le presenze rappresentano il criterio “quantitativo”, dal punto di vista qualitativo, cosa hanno votato i consiglieri comunali? Moltissime delibere, ma non troppo impegnative, diciamo: un encomio a Nino Frassica, due richieste di audizione dell’assessore alle Finanze (due volte), l’elezione dei consiglieri componenti della commissione toponomastica, la ratifica di una delibera di giunta di variazione al bilancio previsionale, e ben 113 riconoscimenti di debiti fuori bilancio: che sembrano molti (e lo sono), ma nei quali di “lavoro” dei consiglieri c’è poco, oltre al voto: i debiti fuori bilancio, in seguito a sentenze passate in giudicato, vengono predisposti dal dipartimento all’Avvocatura, approvati in giunta e poi semplicemente riconosciuti dal consiglio comunale.

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