MESSINA. Il dibattito è iniziato un mese e mezzo fa, con l’inizio della demolizione del teatro in Fiera, e non accenna a fermarsi: quale sarà il destino della cittadella fieristica, ma in genere dell’affaccio a mare di Messina, dalla stazione marittima alla villa Sabin?

Lo ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale di Messina (in realtà “autorità di sistema” che comprende i porti messinesi e calabresi) Mario Mega, che ha illustrato i piani dell’ente per la porzione più pregiata di città e quale potrebbe essere la direzione da intraprendere in futuro (qui cosa prevede il piano regolatore portuale). Intanto il porto storico, e la “cesura” che lo separa dalla città e lo rende un corpo estraneo, al contrario di quanto accadeva fino all’inizio del nuovo millennio.

«È impossibile vedere il porto di Messina senza la ringhiera di protezione: abbiamo necessità di assicurare degli spazi operativi e delle aree di security. Si potrebbe ragionare sulla distanza della recinzione, che comunque servirà sempre negli spazi operativi dove attraggono le navi più grandi, di classe a. Stiamo lavorando per riportare tutti i mezzi veloci vicino alla stazione passeggeri di Rfi: per far questo dovremo ridefinire temporaneamente anche gli ormeggi dei traghetti di Bluferries e di Meridiano nelle situazioni di emergenza. Abbiamo bisogno di spazi operativi che devono essere purtroppo preclusi. Sono altri gli ambiti portuali dove si può ragionare su attività che non hanno bisogno della chiusura».

E cosa ne sarà invece dell’Irrera a mare?: «All’interno dell’ex Fiera (qui il progetto del palazzo che prenderà il posto del teatro) – spiega Mega – esistono solo tre edifici con un vincolo diretto: il portale e due padiglioni mostre (qui un dettaglio dei progetti per i padiglioni). In questi casi possono essere fatti solo interventi manutentivi. L’Irrera a mare invece non ha un vincolo diretto, ma sussiste una presunzione di vincolo perché si tratta di un immobile che ha più di 50 anni ed è di proprietà di un ente pubblico: significa che è possibile valutare un intervento di demolizione e ricostruzione, ma anche la possibilità di non ricostruirlo. Detto questo, noi avvieremo le procedure e ci adegueremo ai pareri definitivi della Soprintendenza”.

Quindi l’enorme area che va dalla passeggiata a mare all’Annunziata, che sarà fruibile senza soluzione di continuità quando la rada San Francesco sarà libera dal traffico gommato, che finirà a Tremstieri una volta completato il porto (non in tempi brevissimi: è in programmazione la gara per un’altra concessione triennale della rada).

«Ho parlato di due concorsi di progettazione: uno, più immediato, relativo agli spazi esterni ai due cantieri oggi in corso, con delle soluzioni progetturali per il primo prolungamento della Passeggiata a Mare. Il secondo è un tema più ampio, relativo all’area compresa fra il torrente Boccetta e il torrente Annunziata: nel piano regolatore , oltre alla realizzazione di un parco culturale e ricreativo all’interno dell’ex Fiera, è prevista anche un’area per il diporto (fra il torrente Giostra e la villa Sabin) su questo sarà necessario questo avviare insieme al Comune un confronto con la cittadinanza per capire quai sono le esigenze di sviluppo».

 

 

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[…] MESSINA. Prosegue il dibattito sulle sorti dell’ex Fiera di Messina (e del waterfront in generale). A intervenire, dopo le varie prese di posizione bipartisan delle scorse settimane, sono adesso i Giovani Democratici del Circolo di Messina, che sognano un luogo di aggregazione culturale aperto alla fruizione dei cittadini (qui l’intervista al presidente dell’Apds Mario Mega) […]