MESSINA. A due anni dall’adozione (e quindici dall’approvazione), la demolizione del Teatro in Fiera, col corollario di polemiche, proposte e dibattiti, ha fatto scoprire alla città il Piano regolatore portuale, che nel futuro (prossimo e remoto) ridisegnerà il rapporto tra Messina e il suo mare. Il primo indizio è arrivato con la Fiera, oggetto da un anno  e oltre di un sostanzioso maquillage: del quale la città pare essersi accorta solo con la demolizione del teatro in Fiera.

Di cosa ne sarà della Fiera, la relazione sugli aspetti di pianificazione e studi di settore, datata 2007, non era molto prodiga di dettagli: “restituire alla città l’area della Fiera”, era l’imperativo. Sul come le cose si facevano più nebulose. “Si dovranno sicuramente salvare e recuperare gli edifici che hanno un valore architettonico e storico ed eliminare quelli più recenti e privi di qualsiasi appeal, ma anche e soprattutto si dovrà eliminare la recinzione e consentire l’uso pubblico delle aree libere e dell’affaccio al mare (qui un dettaglio dei progetti per i padiglioni). Per il lungomare che si verrà a creare lungo tutto il waterfront cittadino, inoltre, è ovviamente richiesta una qualità elevata, degna della città che vi si affaccia e delle sue tradizioni ed aspettative”, spiegava il documento. Secondo l’elaborato di progetto, nell’area sono più gli edifici da conservare (in viola) che non quelli da abbattere (in giallo). Tra questi, sorprendentemente non vi era il Teatro in Fiera (al posto del quale sorgerà un centro cultural-congressuale).

 

Un passaggio pressochè simile si trova nella relazione sintetica della proposta di Piano del 2006, in cui però si parla anche dell’edificio che sorgerà al posto del Teatro, sia in maniera “ipotetica”, nel paragrafo che spiega che si deve “attribuire alla Fiera alcuni volumi di rappresentanza, per svolgervi le manifestazioni che necessitano di essere conservate nel centro della città, e promuovere invece il suo trasferimento altrove per le manifestazioni che impegnano aree più importanti, migliore accessibilità, parcheggi, etc.; destinare gli altri edifici da conservare, ed eventualmente altri sostitutivi di quelli da demolire, ad attività culturali (convegni, mostre, auditorium, etc.) e museali, che vadano a costituire un “polo” con il Museo Regionale che si trova poco oltre; integrare l’area con attrezzature per la ristorazione ed il tempo libero, in modo che tutto il waterfront urbano ne sia vitalizzato ed animato, sia nella stagione estiva che in quella invernale – cioè sia all’aperto che al chiuso – e diventi luogo di incontro e di socializzazione per diverse fasce di età e diversi tipi di interessi; ciò potrebbe avvenire anche eliminando – anche parzialmente – la recinzione dell’area e coinvolgendo nel progetto la sistemazione del marciapiedi retrostante, verso il viale e la linea tranviaria”.

Un’ulteriore precisazione è contenuta nella relazione generale del 2007, che alla Fiera attribuisce un ruolo da “parco culturale e ricreativo”. “L’area della Fiera di Messina è storicamente di grande rilevanza per alcuni edifici, risalenti ai primi decenni del secolo scorso, di elevata qualità architettonica; la Fiera è destinata a spostarsi altrove, in spazi più ampi, ed il Piano prevede che gli edifici meritevoli di conservazione vengano restaurati e destinati ad attività culturali (auditorium, musei, sale di esposizione, etc.) per consolidarvi un sistema a rete insieme all’importante e poco distante Museo Regionale. L’eliminazione della recinzione della ex-Fiera, la formazione di un giardino pubblico sulle ampie terrazze a mare, la sistemazione della riva con banchinamenti ed affacci panoramici (ove sarà consentita l’installazione di pontili per l’ormeggio provvisorio di imbarcazioni in transito), restituiranno all’uso pubblico la linea di costa antistante il centro della città e daranno continuità all’intero waterfront urbano, dalla foce dell’Annunziata fino alla piazza del Palazzo Reale”.

Chi decide cosa andrà conservato e cosa sarà abbattuto? Il Piano regolatore generale della città di Messina, vecchio di quasi vent’anni, e con quello pronto da quattro chiuso nei cassetti e mai approvato. Quattro elementi (tre in realtà, perchè due padiglioni sono gemellati) sono considerati “immobili di interesse storico o ambientale”, e tra questi c’è il fabbricato ex Irrera a Mare, che il presidente dell’Autorità portuale MArio mega ha detto qualche giorno fa di avere in mente di abbattere per prolungare la Passeggiata a mare.. Il resto, teatro compreso, non è stato ritenuto di alcun valore.

 

In definitiva, cosa prevede il Piano regolatore portuale? Di sicuro nessun aumento delle volumetrie: tutto quanto sarà edificato dovrà avere la stessa cubatura di quello che sarà abbattuto. “I padiglioni della Fiera di Messina – alcuni dei quali veri gioielli della architettura razionalista, ma tutti in pessime condizioni, scarsamente utilizzati e racchiusi in un recinto penetrabile solo pochi giorni all’anno – di cui il PRG della Città ha già deciso il trasferimento altrove ma non ancora stabilite le modalità di riuso dell’area, rendono praticamente inaccessibile uno dei luoghi più appetiti del lungomare cittadino”.

 

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Lillo
Lillo
9 Marzo 2021 11:58

Praticamente volendola dire in poche parole: mi putemu ricittari ( ci possiamo rassegnare) Messina non avrà mai quell’affaccio a mare.