MESSINA. “Prima pensiamo al bene della città, è un’opera nazionale che deve parlare col territorio. Il ponte si farà se i rilievi tecnici sollevati dal comune di Messina (e di Villa San Giovanni) saranno superati, non solo nei termini normativi, ma nei termini pratici, grazie all’interlocuzione in atto con la società Stretto di Messina”.

A sentirlo parlare senza conoscerlo, il sindaco di Messina Federico Basile potrebbe sembrare un fermo nopontista: fortemente critico non sull’opera in sè, ma sulle procedure che hanno portato all’aggiornamento del progetto definitivo, Basile si è calato in un ruolo di “baluardo” del territorio contro le interferenze (molte) dell’opera sulla città: e di queste vuole conto e ragione.

Come? Con un documento tecnico di 40 pagine di perplessità e criticità del territorio, che i dipartimenti tecnici del comune di Messina e della Città metropolitana hanno predisposto e che domani Basile porterà in conferenza dei servizi sul ponte: la relazione è stata già depositata venerdi al ministero della Transizione ecologica come osservazioni in base alle quali si dovrà esprimere la valutazione d’incidenza ambientale dell’opera.

La relazione, ha spiegato Basile , sarà focalizzata su nove punti. Progettazione e realizzazione: “Riteniamo che i tempi difficilmente possano essere rispettati, alla luce delle nuove norme”, ha ipotizzato Basile, lamentando un mancato coinvolgimento dell’amministrazione sin dall’inizio della “riesumazione” della società Stretto di Messina di un anno e un mese fa. Espropri: “Anche il sindaco di Villafranca si è recato all’ufficio espropri per capirci qualcosa, per farvi capire la mancanza di comunicazione”, ha spiegato Basile: “Non si capiscono i tempi, che avranno costi anche di natura sociale. È impensabile che a mesi dall’inizio dei cantieri non si sappia da dove si parte”, ha aggiunto. Opere a terra e opere complementari: “non c’è pianificazione rispetto al quadro cittadino odierno”. Impatto ambientale, “che ha bloccato il progetto originario, che c’era e che deve sicuramente essere modificato, anche solo per perfezionare non le richieste del sindaco, ma le nuove norme che in dieci anni sono cambiate. Chiederemo non solo l’impatto del ponte, ma soprattutto dei cantieri in città”. Ricaduta occupazionale: secondo Basile, sono “numeri che devono nascere dal territorio”, anche se il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini da mesi sventola uno studio indipendente secondo il quale la maggioranza della ricaduta occupazionale sarà in Lombardia e Lazio. Sviluppo diretto e indiretto: “Come muterà il trasporto marittimo, gommato, ferroviario, e quali squilibri possono essere compensati”, domanderà Basile alla Stretto di Messina. Governance: non per avere una “bandierina”, sottolinea il sindaco di Messina, “ma per avere peso in un tavolo istituzionale, cosa che si fa ora e che probabilmente si sarebbe dovuta fare prima”. Cantieri e gestione della città: “Nessuno sembra stare facendo i conti coi lavori per l’alta capacità, oltre 150 camion che passeranno per la città con gli inerti, e si intersecheranno coi lavori del porto di Tremestieri, e quelli del viadotto Ritiro”, ha concluso Basile, ricordando il forte impatto che avranno i lavori di cantiere sparsi per la città.

Da “battitore libero”, Basile ha affondato il colpo, con un po’ di esempi pratici: “Perché non sono state prese in considerazione, nel sistema dei vincoli, delle zps, zone a protezione speciale? L’impianto di Pace, che oggi funziona, nel 2011, quando fu approvato il progetto definitivo che oggi è stato aggiornato, stava per partire: in quella zona sarebbe previsto un passante ferroviario. Chi ha preso il vecchio progetto non ha verificato che in quell’area ci fosse la disponibilità dell’area stessa, e questo è una cosa che a un sindaco porta preoccupazione. A causa della forte velocità, non sono state valutate adeguatamente le interferenze tra il ponte e ciò che oggi è la città, diversa rispetto al 2011. Un altro problema è quello idrogeologico: lungo il tracciato ci sono zone che dal 2011 sono state oggetto di smottamenti. Tutto questo, e molto altro, i nostri tecnici lo porteranno all’attenzione della Stretto di Messina”.

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