MESSINA. Commissariamento “disastroso”,  tesseramento fatto “con modalità opache”. Sono solo alcuni rilievi formalizzati da Filippo Panarello nel ricorso presentato ai garanti del Pd lo scorso 3 marzo. Una denuncia su come si era svolta la raccolta di adesioni al Partito democratico adesso rafforzata dai numeri delle primarie della scorsa domenica, da cui è emerso un risultato che sta accendendo le polemiche all’interno del Pd. Il dato lampante è stato che sui tremila tesserati raccolti in città a fine febbraio, soltanto 700 persone si sono recate alle urne per scegliere il leader del partito lo scorso 30 aprile, cioè soltanto un mese dopo. 

Neanche un terzo, dunque, dei tesserati, numeri che fanno eco alle parole di Panarello: “Le richieste, da più parti avanzate, di costituire un gruppo di lavoro , rappresentativo delle diverse sensibilità, per promuovere una campagna di tesseramento pubblico e trasparente, con la scusa della ristrettezza dei tempi, sono cadute nel vuoto. Conseguentemente, la campagna per il tesseramento si è svolta, nell’arco di 10 giorni, in maniera opaca ed incontrollata ( sono apparsi collettori di tessere sconosciuti ai più) al di fuori di qualunque regola”.

Modalità, secondo il deputato messinese “particolarmente inaccettabili nella nostra provincia, dominata per anni dall’onorevole Genovese, dove tutti quelli rimasti nel Pd ci eravamo impegnati a voltare pagina nella gestione del partito, a partire dal rispetto rigoroso delle regole nel tesseramento”.

E quello di Panarello non è stato l’unico ricorso presentato a Roma, a lamentare anomalie anche Giuseppe Antoci sub commissario del Pd. A provocare la sua reazione soprattutto il fatto che Giuseppe Laccoto, deputato regionale, avesse presentato le tessere direttamente a Roma, bypassando l’unica sede deputata al tesseramento in tutta la provincia, la sede di via Fossata a Messina.

Le adesioni sono state poi tutte riconosciute valide  dai responsabili nazionali. Ma il risultato delle primarie di Messina non pare lasciare molti dubbi: l’adesione reale al Pd messinese vanta numeri ben al di sotto delle tessere vidimate.

“Credo che bisogna fare una riflessione — commenta Antoci — sul fatto che, poche settimane dopo quel tesseramento, gli iscritti che hanno partecipato alle primarie siano stati così pochi. Forse c’è qualcosa che non quadra»

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Luigi
Luigi
6 Maggio 2017 19:44

Le regole dovrebbero valere per tutti ed essere fatte rispettare. Ma se la discussione sul tesseramento diventa strumento di contestazione per rinviare la ricostruzione del partito a Messina che deve avvenire subito evin modo intelligente, vuol dire che si è autolesionisti ed in mala fede!