Gioacchino Silvestro

MESSINA. L’abbandono più clamoroso, a Messina, è quello di Gioacchino Silvestro, una vita dedicata al partito in tutte le sue trasformazioni (Pci, Pds, Ds e, infine Pd), che ha deciso di abbracciare il neonato “Movimento Democratici e Progressisti”. L’ex vicepresidente dell’Ars spiega così la sua scelta: “Il Partito non è più quello che avevamo fondato, ma una forza di centro e non di centrosinistra, come dimostrano le disastrose esperienze di questi tre anni che, peraltro, non sono state corrette. In un Pd che colleziona Job Act, Riforma della Scuola, Referendum, amministrative disastrose, senza porre rimedio, non posso più riconoscermi. La mia – continua – è una scelta individuale, nel senso che ho evitato di parlarne con amici e compagni”. Alla domanda se non si senta come coloro che si staccarono dal Pds per dar vita a Rifondazione, Silvestro risponde: “Non è la stessa cosa: quella era una scelta identitaria, qua si va per ricostruire”.

A non seguire Silvestro, come è solita fare, suo moglie Angela Bottari, ex deputato nazionale del Pci, nonché ex segretario regionale, che non abbandonerà i democratici: “Sono in riflessione – confessa – perché il partito non è quello che ho contribuito a costruire. Alle primarie, però, penso che parteciperò, votando Orlando”.

Già, perché la candidatura del ministro della Giustizia, già “Giovane Turco”, ha un po’ frenato l’emorragia. A Messina, pronti ad appoggiare la sua corsa sono, tra gli altri, Antonio Saitta, Filippo Panarello, Nicola Alpino, Giuppi Siracusano e Armando Hyerace. Ancora non ha deciso il da farsi, invece, il fedelissimo del presidente della Regione Crocetta, Francesco Calanna (Presidente del Gal Nebrodi Plus): “Intanto resto nel Pd. Quando leggerò le mozioni, farò la mia scelta”.

Maria Flavia Timbro

Restando in tema di scissionisti, Maria Flavia Timbro, già candidata alle ultime europee, spiega il perché del suo passaggio al Mdp: “Si è trattato di un atto doloroso, però inevitabile. Avevamo provato a scongiurarlo, ma lo strappo con l’elettorato, la perdita dei valori, sono stati troppo grandi. Oggi – racconta – abbiamo lanciato il Movimento e speriamo di creare gruppi alla Camera e all’Ars. Allo stato attuale, oltre me, fanno parte del nuovo partito Giuseppe Grioli, Domenico Siracusano, Santi Interdonato e Nino Sciutteri, consiglieri della terza circoscrizione, e Giampiero Terranova, consigliere della seconda. Per quanto riguarda la provincia, abbiamo buoni contatti sia sulla Ionica che sulla Tirrenica, all’interno delle amministrazioni locali. Ha già aderito, ad esempio, Antonio Foti, consigliere comunale a Milazzo. Siamo ottimisti e speriamo di poter pubblicare al più presto un manifesto con tutti gli aderenti”.

E il fronte maggioritario-renziano? Accanto ai sostenitori del segretario dimissionario “senza se e senza ma”, come Pippo Laccoto, Liliana Modica e Giacomo D’Arrigo, il direttore dell’Agenzia Giovani fresco di rinnovo che ha pubblicato la nuova tessera su Facebook, c’è anche chi sente il peso della politica interna renziana. Ad esempio Alessandro Russo, già presidente della Quinta Circoscrizione: “Devo leggere le mozioni – avverte – Presumo che voterò Renzi, anche se sono curioso della proposta di Orlando. Il punto è che il segretario uscente ha lasciato i territori abbandonati, in primo luogo Messina (commissariata a distanza da Ernesto Carbone, ndr). Ad ogni modo – conclude – ancora, come gruppo, non abbiamo discusso”.

Francesco Palano Quero

E, di territori, parla anche Francesco Palano Quero, presidente del IV Quartiere: “Certamente, in questo momento non c’è entusiasmo per nulla, anche perché l’esito delle discussioni nazionali e le scissioni sono stati dolorosi. Io penso, con tutta onestà, che Renzi rimanga il miglior leader dal punto di vista dell’aggregazione e del consenso. Ritengo, però, che, in prospettiva congressuale, il partito vada ricostruito, come dimostra Messina, ferma dal congresso del 2013. In questo momento – spiega – al di là delle politiche attuate, condivise con più o meno entusiasmi, il nodo sono i territori. Diversamente, qui, si tornerà ai signori delle tessere”. Ecco, infine, la posizione dei Giovani democratici raccontata dal responsabile regionale dell’organizzazione, il messinese Guglielmo Sidoti: “Dal referendum in poi, abbiamo cercato di sviluppare un percorso parallelo al partito, seppur estraneo. Io, pur conservando una componete renziana, di fronte alle scissioni ho sviluppato una forte appartenenza. Lavorerò perché i Gd abbiano cittadinanza al congresso, provando a fare proposte a tutti i livelli, al netto delle mozioni, e sperando di ottenere un tot di rappresentanti all’interno del partito, visto che abbiamo il 10% delle tessere, senza doversi frazionare in base alle correnti. Non mi impegnerò, invece, per le mozioni. A livello personale – conclude – non dico cosa voterò alle primarie, proprio in ossequio alla linea che abbiamo deciso di seguire”. La prossima settimana, i Giovani democratici si incontreranno a Trapani, riunendo tutti i loro amministratori locali.

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Enzo ciccolo
Enzo ciccolo
27 Febbraio 2017 11:53

Sono fuori anch’io daun partito che rincorre i poteri forti ed abbandona disoccupati precari ed emarginati….classe operaia.

emmesics
emmesics
14 Aprile 2017 9:18

toh è ricomparso palano quero!