MESSINA. “Il Ponte sullo Stretto di Messina non è attualmente incluso nella lista del corridoio europeo. L’Italia ha la possibilità di rivedere questa scelta, ma dovrà farlo in vista della rimodulazione dei fondi europei dopo il 2020”. Lo ha affermato Pat Cox, coordinatore europeo del Corridoio scandinavo – mediterraneo, parlando con i giornalisti dopo la visita della delegazione europea al Porto di Gioia Tauro, come riporta il sito travelnostop.it.

Il commissario europeo, per la prima volta in Sicilia, è responsabile del “corridoio” che collega la Scandinavia a Malta, passando per la Germania e l’Italia, ed entra nella querelle che sta animando la campagna elettorale, e che in ogni campagna elettorale è tirato fuori per schierarsi a favore o contro.

“Occorre un’analisi seria sui costi e benefici della struttura. Ovviamente saranno i Paesi membri a decidere le priorità e a chiedere all’Unione Europea l’inserimento di opere come questa, ma allo stato il ponte non è nella lista dell’Ue”, ha puntualizzato Cox, aggiungendo altre cattive notizie riguardo lo stato dei progetti di infrastrutturazione della Sicilia. “Nel programma di investimenti europei nel settore dei trasporti 2014/2020 il 97% delle risorse è già impegnato ma è anche possibile che alcuni fondi non utilizzati da altri paesi torneranno a destinazione e potranno essere avviati nuovi bandi”.

Attualmente, dopo lo stop del 2012, di ponte sullo Stretto si è tornato a parlare con frequenza. La novità, rispetto al passato, è un sostanzioso abbattimento dei costi: il totale del progetto sarebbe passato dagli oltre otto miliardi e mezzo riportati dalla delibera CIPE 136/2012, ai quattro delle proiezioni di Anas e Rfi, che sembrerebbero interessate alla costruzione dell’opera. Rispetto al progetto originario, cade definitivamente l’ipotesi di coinvolgimento dei privati, che fino allo stop, non avevano mai mostrato alcun interesse nell’opera. Originariamente, infatti, la copertura del 60 per cento del fabbisogno economico e finanziario era prevista attraverso il reperimento di finanziamenti sui mercati nazionali ed internazionali dei capitali secondo lo schema tipico della finanza di progetto. Oggi, qualora l’operazione prendesse il via, sarebbe interamente a carico di Anas ed Rfi.

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Giancarlo
Giancarlo
21 Febbraio 2018 16:21

Quindi chi dice “Si al ponte perché ce lo chiede l’Europa” è stato sbugiardato per l’ennesima volta. E mente sapendo di mentire.

Roby
Roby
21 Febbraio 2018 22:57
Reply to  Giancarlo

Chiedete piuttosto perché il Ponte non è inserito negli elenchi!!