MESSINA. Salone delle Bandiere stracolmo per l’assemblea pubblica del movimento No Ponte, svoltasi oggi pomeriggio. A prendere parte all’incontro centinaia di cittadini, fra i quali storici attivisti e volti noti della politica.

Dopo una breve introduzione dell’ambientista Anna Giordano, a prendere la parola è l’antropologo Sergio Todesco, che interviene sulle possibili conseguenze del Ponte, definito “un mostro di acciaio e cemento”, sullo Stretto: un luogo che l’ex assessore della Giunta Accorinti ha proposto più volte come patrimonio all’umanità dell’Unesco. Il suo è un excursus storico e culturale, che si sofferma anche sullo status quo, con riferimento alle infrastrutture, alla situazione delle autostrade e alle criticità attuali.

Tocca a Elio Conti Nibali: “Lo Stretto di Messina non vuole il Ponte – esordisce – Noi abitiamo in un posto unico al mondo ed è nostro dovere tutelare la cosa più bella e importante che abbiamo”. Poi l’affondo sui numeri dell’occupazione (“non 100mila posti in più previsti, ma 14mila”), sulla fattibilità stessa dell’opera (quella a campata unica) e sugli aspetti economici.

L’ingegnere Domenico Gattuso si sofferma su aspetti tecnici, dai traffici sullo Stretto al rapporto fra domanda e offerta, fra analisi, studi e stime. Quante vetture passerebbero? “600 autovetture nell’ora di punta. È come costruire un grattacielo per ospitare una famiglia”.

Seguono gli interventi di Daniele Ialacqua, Domenico Siracusano, Aldo Trifiletti, Marilina Mantineo, Nino Mantineo, Santino Bonfiglio, Piero Idone, Domiziana Giorgianni, Citto Saia, Alessio Lentini, Nicola Candido e Massimo Camarata.

Qui la video intervista a Gino Sturniolo, che ripercorre la storia dell’infrastruttura e la lunga battaglia degli attivisti: “L’interesse dell’Unione Europea? Hanno detto di tornare quando avranno qualcosa di concreto in mano”




 

 

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