MESSINA. Che ci fanno quattro statunitensi a Santo Stefano Briga? E tre svedesi tra Faro e Sperone? O ancora i quattro giapponesi che vivono in centro, in che rapporti saranno coi “dirimpettai” vietnamiti e malesi, quattro anche loro? E com’è che i brasiliani sono più dei cinesi? Pare una barzelletta, ma non lo è, garantisce l’anagrafe di Palazzo Zanca. in riva allo Stretto sono registrati 14.177 residenti stranieri, di centotrentatre paesi diversi, che incredibilmente si sono dati appuntamento a Messina. 

La comunità più numerosa in città è quella proveniente dallo Sri Lanka, arrivata ormai in qualche caso alla terza generazione. Di “nativi”, comunque, ce ne sono ancora moltissimi: 3250, di gran lunga l’etnia più rappresentata in città, che distanzia di parecchio la seconda, quella che proviene dalle Isole Filippine, che si ferma a 2005. I mille, tra l’altro, li oltrepassano solo i nati in Romania e il Marocco, che di cittadini residenti in Italia ne hanno rispettivamente 1532 e 1138.

(clicca sui paesi di provenienza per il dettaglio dei residenti in città)

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La prima, grossa ondata migratoria a Messina si è registrata nei primissimi anni ’80, con le prime comunità filippine e srilankesi: i primi si sono stabiliti al centro, e infatti la loro presenza nel primo e sesto quartiere è pressochè nulla rispetto agli altri quattro. Viceversa, gli immigrati dall’isola indiana hanno preferito il mare: le prime comunità avevano casa sulla litoranea, nelle vecchie abitazioni dei pescatori che oggi, rimodernate, valgono centinaia di migliaia di euro ma all’epoca erano pochissimo considerate. Poi, man mano che gli arrivi in città ne hanno fatto la comunità più numerosa, hanno iniziato a spostarsi verso il centro: il quarto quartiere ne conta infatti milleduecento esatti. Intere vie, oggi, odorano come piccole Brick Lane londinesi, di spezie orientali. La via Placida per esempio, piena di botteghe di generi alimentari indiani, e il mercato del Muricello, vero punto d’incontro culinario multiculturale, in cui i nativi dello Sri Lanka la fanno da padroni.

Perpendicolarmente c’è la via Palermo, ormai una piccola Chinatown, visto il fiorire di negozi cinesi (e la via Tommaso Cannizzaro ed il viale della Libertà ci si avvicinano). Una specie di mistero, questo. Perchè di cittadini provenienti dalla Cina a Messina ne risiedono pochi, 272, a tal punto che ci sono quasi più negozi con le lanterne rosse fuori che residenti. Nel sesto quartiere, giusto per fare una comparazione, ci sono più…canadesi che cinesi. Numeri che negli anni hanno fatto fiorire un bel po’ di leggende metropolitane. La comunità cinese contava settecento membri dieci anni fa, e oggi è più che dimezzata. 

Parecchio radicata in città è anche la comunità marocchina, che a partire dalla fine degli anni ’70 si è stabilizzata, sparpagliandosi da nord a sud: all’inizio perlopiù presenze individuali, commercianti o lavoratori stagionali che dopo qualche tempo riuscivano a ricongiungersi con le famiglie, i marocchini rappresentano la maggioranza musulmana messinese

Rumeni e polacchi sono arrivati quasi contemporaneamente all’inizio degli anni ’90, quando la caduta dei regimi comunisti ha permesso l’espatrio di chi andava in cerca di libertà e fortuna. I secondi, una volta più numerosi, si sono assottigliati di parecchio, i rumeni sono stabili, e oggi rappresentano la terza popolazione straniera per numero. 

Analizzando i dati anagrafici, le curiosità emergono prepotenti. In città, per esempio, risiedono più brasiliani che cinesi, più svizzeri che russi, i greci sono il doppio dei francesi, russi e statunitensi sono pressochè uguali, nel secondo quartiere non c’è un albanese e invece nel terzo ce ne sono cinquantuno.

Nascosti da qualche parte ci sono 36 canadesi e ben centodieci australiani, arrivati chissà come e chissà perchè: quaranta di loro hanno scelto come residenza il sesto quartiere, in cui hanno trovato sette “vicini di casa” neozelandesi.

La circoscrizione preferita dai residenti stranieri comunque è la quarta, che ne ospita 4443 dai paesi più disparati: dal Lussemburgo al Nepal, dalle isole Samoa alla Norvegia (nazione della quale a Messina c’è un consolato onorario, al pari dell’Islanda, della Danimarca e della Finlandia), dal Giappone al Guatemala, dal Benin alla Svezia, dai trentacinque sudditi di sua maestà la regina Elisabetta all’unico che viene da Saint Christopher e Nevis, dai trentasette israeliani sparsi per tutta Messina al solitario palestinese che risiede nel quinto quartiere.

Tutti insieme, appassionatamente. E senza problemi.

(fonte Comune di Messina. Clicca sulla mappa per i dettagli dei residenti, quartiere per quartiere)

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3 Commenti
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AnonimoGeografico
AnonimoGeografico
24 Aprile 2017 12:15

Ehi, la Cecoslovacchia non esiste più da un bel po’!

mm
Editor
24 Aprile 2017 12:53

All’anagrafe risulta così. Probabilmente distinguono i nati prima della scissione del 1993 da quelli nati in seguito. Anche a noi era sembrato strano