MESSINA. Chissà in che lingua chiederanno come si arriva a Montalto i tre sudcoreani che vengono in vacanza a Messina, o quanta crema solare compreranno i sei islandesi, i 109 svedesi, i 62 norvegesi, i 33 finlandesi ed i 57 danesi che a un bagno a Faro difficilmente rinunciano. E i 1048 tedeschi verranno in città a svernare durante la primavera o a rosolarsi al sole d’agosto? I 171 che provengono da paesi dell’Africa mediterranea arrivano in città per salutare i parenti emigrati anni fa? E tra i 501 australiani, quanti vengono in Sicilia per visitare i luoghi d’origine dei loro nonni?

Sono alcuni tra i settantamila turisti che ogni anno arrivano in città. E ci stanno, in media, non più di tre giorni, il che equivale a 205.370 presenze annuali, praticamente monopolizzate dagli italiani, che rappresentano l’82% degli arrivi, e relegano gli stranieri al 18%. Lo spiega il comune di Messina sugli ultimi dati aggiornati, che risalgono al 2014.

Differenti anche le abitudini: gli italiani preferiscono il mare, e gli arrivi, dai tremila di media, si impennano a maggio e giugno a settemila, arrivano ad ottomila a luglio e ad agosto addirittura sfiorano i diecimila. Gli stranieri, invece, arrivano in maniera pressochè costante: più o meno mille al mese con un picco di duemila tra agosto e fine settembre

Dove alloggiano, i turisti che decidono di villeggiare a Messina? Nonostante il declino, la chiusura o la riconversione in case di riposo o di accoglienza degli storici alberghi, in città tra strutture alberghiere, “esercizi complementari” (B&B, agriturismo, ostelli e campeggi) e appartamenti in affitto si arriva a duemila camere e quattromila posti letto circa. Tra l’altro, con un incremento, tra 2013 e 2014, del 16%.

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Su settantamila arrivi a Messina, solo il 18% non viene dall’Italia: 12.370 turisti sparsi per i cinque continenti, con l’Europa a fare da gigante, e la Russia come nazione più interessata a Messina, che coi suoi 1576 viaggiatori stacca nettamente la Germania, che di turisti a Messina ne spedisce 1048.
Il resto delle nazioni non supera il migliaio, ma stupiscono i 600 bulgari che nel 2014 hanno scelto lo Stretto come meta di vacanza: meno di spagnoli e francesi, molti di più di britannici, romeni, polacchi e greci. E poi ce ne sono altri 145 provenienti dal resto delle nazioni europee, dalla Scandinavia alle repubbliche baltiche dell’ex Unione Sovietica.
Curiosità: la palma di viaggiatore solitario va all’unico cipriota sbarcato in città nel 2014, che a Messina ha trascorso sei giorni. Da solo. A lui, il Comune dovrebbe dare la cittadinanza onoraria.

(Clicca sulle mappe e sui grafici per i dettagli)

 

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E gli altri? Sparpagliati per i restanti quattro continenti: 1526 dall’America, 834 dall’Asia, 517 dall’Oceania, trecento dall’Africa. I più numerosi sono gli statunitensi (547), e gli australiani (501) , e gli argentini (430): tutti paesi fortemente interessati dalle migrazioni di inizio ‘900, quindi ha senso ipotizzare che chi piglia un volo intercontinentale da Brisbane, da Rosario o dal New Jersey lo fa per visitare i luoghi d’infanzia dei nonni “paisà”.
Non è difficile nemmeno immaginare che tra i 21 egiziani ed i 171 che provengono dai paesi dell’Africa mediterranea ci sia chi fa il percorso inverso, e viene a trovare in Italia chi da queste parti è arrivato con le ondate migratorie di fine anni ’70 ed inizio anni ’80. E infatti, il tasso di “presenze”, cioè il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi, è altissimo: oltre dieci giorni.
Difficilmente si può dire lo stesso per i 216 israeliani ed i 141 giapponesi, e sicuramente non è il caso dei tre sudcoreani che non si sa come si sono avventurati fino a raggiungere, di tutti i posti del mondo, proprio Messina. E i 16 che dalla Nuova Zelanda hanno trovato tempo, e soldi per venire fino a Messina? Chissà, forse sono in città per riabbracciare i tre samoani che abitano il quarto quartiere

(Clicca sulle mappe e sui grafici per i dettagli)

 

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(fonte Comune di Messina)

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