MESSINA. E’ più conveniente il dissesto, col fallimento economico-finanziario del Comune, o la salvezza, sebbene “lacrime e sangue”, con il piano di riequilibrio, magari spalmato a vent’anni come l’amministrazione e il consiglio comunale sembra abbiano intenzione di chiedere? E “conveniente” per chi?. Che fine faranno i crediti con l’una o l’altra soluzione? E gli investimenti in opere pubbliche? E che conseguenze avranno i politici (sindaci, giunte e consigli comunali) responsabili materiali del dissesto?

Nelle tabelle che seguono, diffuse dal sindaco Cateno De Luca, la spiegazione tecnica della differenza tra il predissesto (fase in cui si trova il comune di Messina, per cui può accedere ai benefici del piano di riequilibrio), e il dissesto vero e proprio, e le conseguenze e gli scenari di ciascuna delle due scelte. (E De Luca sembra preferire il piano di riequilibrio al default).

(Clicca sulle tabelle per ingrandirle)

 

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