MESSINA. Riceviamo e pubblichiamo il contributo del direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Messina, Michele Limosani, che ha scritto una riflessione sullo sviluppo della città dello Stretto e sul ruolo che Messina potrebbe occupare in Sicilia: “L’amministrazione comunale di Messina è chiamata ad assumere la leaderhip nel processo di costruzione di un sistema economico di area vasta; una leadership da conquistare attraverso l’iniziativa politica e la capacità di proposta progettuale; favorendo la partecipazione e individuando, con le altre amministrazioni comunali della città metropolitana, obiettivi comuni da perseguire“.

Di seguito la nota integrale:

La città non può bastare a se stessa

Giuseppe Samonà affermava che “le necessità dello sviluppo economico (della città di Messina) pongono l’istanza fondamentale di proporzionare e ridimensionare i problemi economici e le conseguenti strutture alle esigenze e alle caratteristiche di un ambiente molto più vasto, cioè di un comprensorio il cui comune di Messina sia il naturale punto di convergenza per la sua posizione nello stretto come luogo di confluenza di tutti traffici terrestri tra la Sicilia e il continente e di una parte di quelli marittimi, secondo un potenziamento futuro nascente dall’esistenza del comprensorio stesso. Questo comprensorio racchiude tutta la provincia di Messina e la Calabria Sud-occidentale”. Lo sviluppo della città, potremmo dire oggi utilizzando un lessico caro alla programmazione europea, va pensato all’interno di una “area vasta” con il comune di Messina chiamato a svolgere un ruolo di cerniera tra l’Area dello Stretto e i poli urbani e produttivi presenti nell’hinterland provinciale.

Di recente alcuni avvenimenti hanno dato forza e concretezza a questa prospettiva di sviluppo. E’ stata creata la Conferenza Permanente Interregionale per il Coordinamento delle Politiche nell’Area dello Stretto (nessuno ne parla più, ahime!!!!.). Ma ancora più rilevante sul piano politico è stata l’istituzione dell’Autorità Portuale di Sistema dello Stretto, ente al quale è assegnata la governance delle infrastrutture, delle aree e dei servizi portuali. In ambito provinciale, poi, fondamentale è stato il riconoscimento dello status di città metropolitana alla ex-provincia di Messina; condizione “sine qua non” per poter sedere al tavolo ristretto del “club delle 15 città metropolitane italiane” ed avere accesso ai fondi del Master Plan.

Ora, è evidente che rispetto a questa prospettiva di area vasta si registra, da parte della amministrazione comunale e della classe dirigente cittadina, un calo di attenzione. Prevale, di contro, un impegno -quasi esclusivo- rivolto alla valorizzazione dei servizi locali, alla promozione di una cultura per un’economia “comunale” ancorata fermamente all’apparato pubblico (vero dominus della vita politica cittadina) e alla spesa pubblica locale. Osserviamo con preoccupazione la mancanza di proposte e progetti di respiro più ampio nel settore dei rifiuti, dell’energia, della mobilità, delle infrastrutture, del turismo, dei distretti produttivi (emblematica la vicenda della raffineria, Qui curat?), progetti che devono vedere protagoniste la città metropolitana di Messina, quella di Reggio Calabria e le forze produttive ancora presenti nel territorio.

Anche il recente annuncio da parte del sindaco De Luca della creazione di una fondazione per la promozione della cultura, in risposta alla decisione di lasciare TAO Arte, (paradossalmente il sindaco del comune di Messina è anche il Sindaco della città Metropolitana!) rischia di far passare l’idea che l’amministrazione della città di Messina persegua una politica isolazionista, un ritorno tra le strette mura delle città che conferisce probabilmente sicurezza e rafforza il consenso del nostro primo cittadino (come le recenti statistiche del sole 24 ore mostrano) ma che, come Samonà ci ricordava, non è assolutamente sufficiente a generare lo sviluppo futuro del nostro territorio; la città non può bastare a se stessa!!!

L’amministrazione comunale di Messina è chiamata ad assumere la leaderhip nel processo di costruzione di un sistema economico di area vasta; una leadership da conquistare attraverso l’iniziativa politica e la capacità di proposta progettuale; favorendo la partecipazione e individuando, con le altre amministrazioni comunali della città metropolitana, obiettivi comuni da perseguire; un riconoscimento, dunque, da guadagnare sul campo e non certo “dovuto” in ossequio ad una presunta superiorità culturale della “polis” messinese; superiorità, per la verità, che l’hinterland provinciale -in particolare- non ci ha mai riconosciuto.

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