MESSINA. L’ordinanza “lockdown” del 17 gennaio di Cateno De Luca ha superato il primo scoglio: il tar di Catania ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata da un’azienda privata (un bar ristorante di via Consolare Valeria) per l’annullamento dell’ordinanza, ma solo nella parte in cui non prevede più la vendita da asporto con riferimento alle attività di ristorazione.

Il tribunale amministrativo, che entrerà nel merito della questione il 10 febbraio, a ordinanza abbondantemente scaduta (cesserà di avere potere il 29 gennaio), ha stabilito che non esistono gli estremi per sospendere l’ordinanza. Perchè?

Il provvedimento adottato non dispone la chiusura dell’attività in questione – scrive l’estensore della pronuncia, il presidente Francesco Brugaletta – che può essere effettuata, nel periodo considerato, con consegna a domicilio. Lo stesso provvedimento sindacale da ultimo adottato ha efficacia soltanto fino al 29 gennaio”.

Poi il giudice amministrativo solleva la questione della pubblica rilevanza, “valutati tutti gli interessi, pubblici e privati, coinvolti nella fattispecie in esame, considerato che nel giudizio di comparazione di tali interessi devono essere considerati prevalenti l’interesse pubblico alla tutela delle emergenze sanitarie nonchè quello per la tutela dell’igiene e della sanità pubblica, perseguiti dagli impugnati provvedimenti, rispetto agli interessi privati di carattere meramente economico di cui è portatrice la parte ricorrente”.

Per questo, spiega la pronuncia, non esiste l’irreparabilità del danno, considerato anche che l’azienda ha facoltà di rivalersi sul Comune per farsi risarcire “a seguito della decisione di merito”, che arriverà a febbraio.

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