MESSINA. Quattro proposte per portare avanti lo sbaraccamento senza dipendere per forza dai fondi regionali. Ad avanzarle in Aula consiliare all’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone è il consigliere del Pd Libero Gioveni, che in una nota elenca i punti salienti pensati specificatamente in tema Risanamento.

1) Non rendere esclusiva la L.R. 10/90 come unica fonte di finanziamento, ma tentare altri canali come quello della protezione civile.

«Ci sono ambiti o zone (fra tutti la baraccopoli di Fondo Fucile dove sulle teste di ben 140 famiglie gravano come un macigno i tetti in amianto) – spiega – per le quali si potrebbero  tranquillamente giustificare interventi finanziati dal Dipartimento di protezione civile nazionale; ciò eviterebbe di sgravare o scorporare diverse zone dagli ambiti di Risanamento da finanziare con la L.R. 10/90. In tal senso – ricorda Gioveni – il progetto di riqualificazione e copertura del torrente Bisconte Catarratti, inizialmente inserito nell’ambito “C”, ne rappresenta un esempio.

2) Mettere in campo la strategia del “project financing” coinvolgendo i privati;

«Il “project financing” consentirebbe di non “elemosinare” più risorse pubbliche attendendo tempi biblici, ma consentirebbe, cedendo le aree ai privati, di ottenere gratuitamente una percentuale di alloggi da destinare agli aventi diritto; ciò consentirebbe anche – prosegue il consigliere – di favorire anche l’integrazione sociale con altri cittadini che acquisterebbero invece gli alloggi sul libero mercato».

3) Recuperare gli alloggi già realizzati con i fondi della L. 15/86;

«Ci sono circa 150 alloggi – ricorda l’esponente del Pd – già costruiti ma mai ultimati con i fondi della Legge 15/86; sono gli 80 di San Giovannello, i 28 di Villafranca e i 40 di Saponara. Si pensi quindi ad un recupero di queste altri preziosi appartamenti, specie per soddisfare le centinaia di istanze per l’emergenza abitativa».

4) Aumentare il periodo temporale dei requisiti anagrafici per accelerare le procedure di sbaraccamento.

«Troppo stringente la data limite del 31 dicembre 1995 per la residenza anagrafica nelle zone di Risanamento come soglia temporale ultima per godere dei benefici della L.R. 10/90. Pertanto – conclude Gioveni – si rende necessario, così come  sembra essere previsto nel collegato alla Finanziaria, modificare la legge posticipando la data almeno al 31 dicembre 2017, così come avvenuto per la sanatoria negli alloggi popolari che era ferma al 2001. Lo sbaraccamento non può attendere».

 

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