MESSINA. Da civile, sociale e politica, la questione dei librai di piazza del Popolo diventa legale (e poi torna politica). Il terzo round, ieri, ha visto un altro controllo da parte della Polizia municipale, che ha identificato (per la terza domenica di seguito) i membri del circolo Pickwick che per la terza domenica di seguito hanno montato la loro tradizionale bancarella di libri usati, e a loro è stato chiesto, dai vigili urbani, se avessero i permessi per una non meglio precisata manifestazione. Il problema è che non era prevista alcuna manifestazione, e a spiegarlo all’agente della Municipale, con toni anche piuttosto sostenuti, è stato Emilio Fragale, avvocato ed ex direttore generale del comune di Messina, che ha chiarito ampiamente come l’adunata fosse spontanea, non ci fosse bisogno di alcun permesso, e che in ogni caso sarebbe stata la Digos a doverlo chiedere e non la Polizia municipale. “Quello che voi fate qui è fuori dalle vostre competenze“, ha tuonato Fragale (video in basso). L’episodio arriva al culmine di una settimana in cui uno degli aderenti al circolo Pickwick è stato seguito e filmato mentre buttava un cartone depositato davanti a casa sua nei mastelli di villa Dante, e ripreso mentre tre agenti gli notificavano, al suo domicilio evidentemente identificabile dal filmato, il verbale: il tutto era stato messo su facebook sulla pagina del sindaco Cateno De Luca.

Non è la prima volta che si mette in discussione la competenza della Polizia municipale: una delibera di giunta, la 435 del 28 giugno del 2019, infatti, istituisce la “Sezione operativa di polizia giudiziaria“, mai presente prima negli organigrammi del comune di Messina, conferendogli compiti “di iniziativa e delegata per illeciti di rilevanza penale” propri degli organi di polizia giudiziaria posti sotto la direzione della Procura della Repubblica. Questa nuova sezione dei vigili urbani, tra l’altro, è diversa dalla “aliquota” di polizia municipale effettivamente destinata alle attività coordinate dalla Procura: è un elemento nuovo, il cui ruolo si evince dal fatto che può tenere rapporti con l’autorità giudiziaria (e non esserne subordinata, come prescrive la legge).

Questo ha scatenato, a febbraio, un corto circuito istituzionale di non poco conto, col procuratore Maurizio De Lucia che ha ritenuto di dover prendere carta e penna e scrivere al sindaco cateno De Luca per invitarlo a “adeguare il comportamento della polizia municipale di Messina ai canoni di legge”. Una cosa raramente vista prima: un potere dello stato, quello giudiziario, che esce dal suo campo d’azione (perseguire e giudicare i reati) per rivolgere un invito ad un altro potere dello stato, quello legislativo in ambito locale, uscito dal suo campo d’azione amministrare e non perseguire reati).

Nel frattempo, qualcosa all’interno del Corpo è cambiato: il nuovo dirigente è Francesco Ajello, che prende il posto del direttore generale Federico Basile, che lo ha ricoperto ad interim da inizio settembre, sostituendo Domenico Signorelli, dirigente titolare dimissionario a settembre. Non è chiaro chi sarà il vicario (grado che non esiste nell’organigramma del corpo di Polizia municipale, è una crica fiduciaria e simbolica): era Giovanni Giardina, commissario ispettore superiore, di gradi inferiore rispetto a Marco Crisafulli (commissario capo) e pari grado di Carmelo La Rosa: gli ultimi due hanno già esperienze di comando del corpo, ma da tre anni l’amministrazione ha scelto di non dotare i Vigili urbani di un comandante, ma di fare ricadere il comando sotto un dirigente del comune di Messina.

 

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