MESSINA. Non se la passano bene gli alberi piantati in città per tentare di rendere più “verde” una città che ne ha tutte le caratteristiche ma che non riesce a sfruttarle (Messina ha il bizzarro e paradossale primato di città in coda alla classifica dei capoluoghi per quanto riguarda il rapporto tra verde urbano fruibile e numero di abitanti, ma essere contemporaneamente la prima in quella per aree naturali protette all’interno del territorio cittadino

primato di città con più verde d’Italia, per via dei colli san Rizzo e della foresta di Camaro presente sul territorio comunale, e di quella col centro abitato meno “green”, con solo 6,4 metri quadrati di verde urbano per cittadino). Perchè parte degli arbusti messi a dimora sul suolo cittadino hanno subìto gli effetti di una estate devastante dal punto di vista climatico, scarsissima di precipitazioni e di una lunghezza anomala.

Quello che è successo è che decine e decine di alberi piantati da marzo sono rinsecchiti a causa del grande caldo o della mancata irrigazione, o sono stati letteralmente soffocati dalle erbe infestanti che sono comparse, e mai state tolte, dalle zolle in cui sono stati piantati. Alcuni di quelli sopravvissuti sono stati oggetto di tagli brutali alle chiome che erano riusciti a sviluppare, o direttamente tagliati (lasciando i pali di sostegno e la base del tronco, insieme alle erbacce) . E dove non è arrivata la natura, ci ha pensato l’uomo, abbattendo coi paraurti delle auto le piantine, nonostante le protezioni di sostegno alle piante, di legno (e abbattute anch’esse).

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