Praticamente oggi fa caldo. Ve ne siete accorti? Siamo entrati in quella parte dell’anno in cui uscendo di casa si boccheggia. Gli esperti tendono a chiamare questa situazione in molti modi, parecchi però concordano su “estate”. Proprio partendo da questa rivoluzionaria idea che in questi mesi può fare molto, molto caldo, ci rinfreschiamo con un tuffo nel passato (più o meno recente) andando ad ascoltare con un po’ di leggerezza cinque brani per sopravvivere (eventualmente anche senza condizionatore) a questo lunedì.

Backstreet Boys – I want it that way

Galeotto fu Brooklyn Nine-Nine e quella cold open in cui Jake Per alta durante un interrogatorio fa interpretare ai cinque sospetti questo classico dei Backstreet boys, che da allora nella mia mente ha sempre il passaggio “…now number five” per arrivare al coro. Chills fortissimi per un pezzo pop con tutti i crismi di una delle boyband più famose della storia, la cui reunion estemporanea in quarantena è stata accolta con gaudio da tutti perché, in fondo, siamo sempre i boomer di qualcun altro.

B*Witched – C’est la vie

Gli anni ’90 ci hanno regalato tante band che sono durate il tempo di un amen. Non tutte erano come i BSB o le Spice girls, altre dopo un paio di pezzi sono tristemente tornate nell’anonimato come le B*Witched, che secondo Wikipedia sono ancora in attività–e mi viene spontaneo chiedermi a far cosa, dato che l’ultimo vero cenno di vita è datato 2002 con lo scioglimento, mentre quello più significativo è del 1998 ed è questo singolone meraviglioso che ho sempre adorato e sempre adorerò. Misteri della fede.

Fergie – Fergalicious

Succede che nel 2017 Fergie lascia i Black eyed peas. Di loro ricordiamo qualche gran pezzo, tra cui la fastidiosa Shut up, ma generalmente il ricordo di tutti loro insieme è molto piacevole. Lei provava già a dare carriera da sola, con alterne fortune (in allegato probabilmente il brano più famoso). Poi due settimane fa cominciano a spuntarmi sul browser pezzi consigliati per spiegarmi perché Fergie ha lasciato i BEP, tutti nati da dichiarazioni visto il ritorno sulle scene della band. E questa cosa mi ha abbastanza sconvolto, perché sono motivi personali (vuole fare la mamma) che vengono svelati tre anni dopo. Una cosa, insomma, inutile (scusate, questa era la quota polemica di oggi).

Coldplay – God put a smile upon your face

Mai stato, e mai sarò, fan dei Coldplay. Però ultimamente sono sulla bocca di tutti perché negli ultimi giorni Parachutes, il loro debut, ha compiuto vent’anni. Due dischi validi anche se non nelle mie corde, poi tanta robaccia mescolata a intuizioni carine e la costante sensazione di una rincorsa a sonorità che non gli appartenevano giusto per stare al passo coi tempi, però God put a smile upon your face (tratto da A rush of blood to the head) continua anche oggi, diciotto anni dopo, a suonare benissimo. Per me un gruppo che è una grande occasione sprecata.

Mina – Se telefonando

È venuto a mancare il Maestro Ennio Morricone. Potremmo omaggiarlo con uno qualunque di quei brani scritti per il cinema, brani senza limiti di tempo, che riuscivano a commuovere e colpire tutte le classi sociali. È morto un uomo la cui musica è stata davvero universale. Lo omaggiamo con questa canzone che ha scritto partendo dal suono delle sirene della polizia di Marsiglia, perché l’arte sta negli occhi di chi osserva e nelle orecchie di chi ascolta, e perché vorrei personalmente ringraziare chi è riuscito a spiegare bene, anche senza parole, come ritenere la bellezza elitaria sia un omicidio culturale.

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