MESSINA. Sono circa venti le famiglie messinesi sgomberate temporaneamente dalle proprie abitazioni di via Palermo 555 e Scala Ritiro, che a distanza di ventidue mesi dall’allontanamento forzato dalle loro case (sui 24 inizialmente previsti) a causa dei lavori di adeguamento sismico del Viadotto Ritiro, sulla A20, non sanno ancora quando potranno impossessarsi nuovamente dei propri immobili.

A chiedere “un concreto e fattivo riscontro” al sindaco Cateno De Luca e al Consorzio Autostrade Siciliane, in un’interrogazione, sono i consiglieri comunali Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano, che si appellano all’Amministrazione “affinché ponga in essere ogni atte idoneo al superamento delle criticità cui vertono i nuclei familiari”, “valutando, altresì, di supportare dette famiglie anche mediante l’utilizzo di bonus finalizzati al pagamento delle spese connesse alla situazione di disagio cui versano”.

“Con decreto di occupazione temporanea 231/DG del 08/06/2018 – si legge nel documento – il Consorzio autostrade siciliane ha disposto l’occupazione temporanea degli immobili situati in via Palermo 555 e Scala ritiro, in ordine ai lavori di adeguamento statico e miglioramento sismico del Viadotto Ritiro. In ragione di detta delibera, è stato fissata lo sgombero dei succitati immobili per un periodo massimo di 24 mesi dalla data di immissione del possesso delle aree. Ancora oggi, nonostante siano trascorsi 22 mesi dei 24 previsti nel succitato decreto, le famiglie interessate si trovano costrette ad abitare in luoghi distanti dalle proprie abitazioni sopportando, altresì, spese di locazione che non gli competono e che probabilmente dovranno tenere conto di una probabile deroga ad oggi mai comunicata”.

Ad oggi, proseguono gli esponenti Ora Messina, “non è dato conoscere, con certezza, i tempi per consentire alle famiglie interessate di potersi re-impossessare dei propri immobili. Se da un lato appare preminente la tutela dell’incolumità pubblica in ragione dei lavori di messa in sicurezza del viadotto, dall’altro è evidente che non è più tollerabile vivere in questa situazione di incertezza e precarietà. Inoltre, ogni nucleo familiare coinvolto dagli effetti del decreto di occupazione temporanea, sarà costretto a sopportare ulteriori spese di affitto nel periodo immediatamente successivo alla data di settembre 2020″.

 

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