MESSINA. Da oltre due anni senza stipendio. È questa la situazione che vivono i dipendenti dell’Ipab Regina Elena di Messina. La denuncia arriva da Franco De Domenico, deputato messinese all’Ars, che chiede l’attenzione della Regione: “Del disagio di queste famiglie nessuno nel Governo regionale si fa carico, così come a nessuno interessa il significativo patrimonio immobiliare che questo ente gestisce”.

“Questa situazione costituisce la dimostrazione plastica di un modello gestionale che fa acqua da tutte le parti e che richiede una seria riforma delle politiche di utilizzo di questi beni collettivi, spesso frutto di lasciti e donazioni, che hanno come vincolo di destinazione variegate forme di utilità sociale a rilevanza locale. In Particolare, l’Ipab Regina Elena gestisce servizi importanti per la comunità ed ha a disposizione un patrimonio di 18 alloggi, un immobile destinato alla creazione di un Centro Diurno per anziani e le strutture di un ex Centro Polifunzionale”, aggiunge il deputato.

“A nostro avviso, invece, bisogna prevedere un nuovo modello gestionale che ottimizzi la funzione sociale dei beni gestiti, dimensionando gli enti in modo compatibile con una gestione efficiente, che sia finalizzata a fornire una vera utilità sociale ai soggetti e alle comunità destinatarie, secondo le intenzioni del fondatori, senza escludere il ricorso a professionalità che abbiano le competenze richieste dalle dimensioni del patrimonio gestito, evitando gli affidamenti a improvvisati amministratori che spesso finiscono col portare al fallimento gli enti”.

“Con specifico riferimento all’Ipab Regina Elena di Messina ho chiesto, pertanto, all’Assessore alla Famiglia, alle Politiche Sociali e del Lavoro, Antonio Scavone se abbia provveduto o stia provvedendo a verificare la situazione economica dell’Ente, attraverso un’ispezione amministrativa contabile, la nomina immediata di un Commissario ad acta, che accerti le responsabilità relative al consistente disavanzo dei bilanci, nonché le posizioni contrattuali e pensionistiche di tutti gli operatori. Ho chiesto, altresì –conclude l’On. De Domenico- se non ritenga opportuno istituire un tavolo di confronto con le gli attori istituzionali locali interessate al fine di elaborare una proposta di rilancio o di fusione dell’Ipab”.

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