MESSINA. Sono stati condannati a sei anni i due giovani che a marzo scorso tentarono di rapinare la gioielleria Burrascano di via Cavour. È questa la sentenza nei confronti di Emanuele Cannavò, 29 anni e Giuseppe Cannavò, 31 anni, che furono individuati dalla polizia poco dopo la fallita rapina al termine di rocambolesco inseguimento. I due giovani dovevano rispondere del tentativo di rapina, della detenzione illegale di un fucile a canne mozze e di averlo portato in un luogo pubblico.

La sentenza è del gup Tiziana Leanza, che li ha condannati a 6 anni di reclusione, pena ridotta di un terzo per la scelta del rito abbreviato. Il pubblico ministero Federica Rende aveva chiesto una condanna di poco inferiore, 5 anni e 8 mesi. Il tentativo di rapina risale al 3 marzo scorso. Due giovani con volto coperto e armati di fucile a canne mozze tentarono di mettere a segno il colpo ai danni della gioielleria di via Cavour. Il colpo fallì e furono costretti alla fuga. Mentre si allontanavano dal negozio, nella concitazione del momento, i rapinatori esplosero anche un colpo dal fucile che poi abbandonarono per strada. Inseguiti dalla polizia fuggirono tra via Cavour, via XXIV Maggio e via Oratorio S. Francesco.  Poi le ricerche si spostarono nell’area dell’istituto Seguenza. Giuseppe Cannavò fu arrestato quasi subito; si era nascosto nel parcheggio privato del “palazzo di vetro”, di via Cavour. Era sotto un’auto in sosta. “Bono mi pigghiasti”, disse al poliziotto che lo aveva scovato. Emanuele Burrascano, invece, fu individuato qualche giorno dopo, riconosciuto dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. I due giovani, che all’epoca erano fuori dal carcere perché entrambi in permesso premio, sono stati difesi dagli avvocati Roberto Bonavita e Salvatore Silvestro.

 

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