MESSINA. L’apertura dell’anno accademico all’Università di Messina era iniziata all’insegna della contestazione, e così è proseguita. Ieri il comunicato col quale il Collettivo Studenti indipendenti stigmatizzava la presenza del ministro dell’interno Marco Minniti e l’adesione massiccia degli ambienti universitari al Pd. Oggi è toccato agli studenti di Atreju, che già ad agosto avevano protestato per gli stessi motivi (nonostante un movimento sia di sinistra e l’altro di destra). Oggi la replica: il Senatore Accademico Andrea Fiore ed il Presidente dell’Associazione Atreju Armando Falliti – hanno consegnato al Ministro un “quadretto ricordo” con su scritto “Benvenuto a casa”, con la notizia di qualche mese fa che dava nota della protesta degli studenti di Atreju rispetto al tesseramento massiccio dei vertici dell’Ateneo al Pd. Il Ministro ha risposto con un “sorriso amaro” glissando sulla goliardata degli studenti. I due hanno anche consegnato al rappresentante del Governo un documento per esprimere il punto di vista degli studenti in un’occasione così importante. Oggi infatti, i vertici dell’Università hanno ritenuto di non far intervenire ufficialmente gli studenti preferendo al loro posto la categoria dei “dottorandi”:  l’inaugurazione infatti gli studenti l’hanno seguita dall’interno dell’Aula Cannizzaro dove è stata realizzata una “diretta”. Infine, i due di Atreju hanno colto anche l’occasione per chiedere al Ministro Minniti notizie circa il “piano di riequilibrio” che la Città attende da anni e che giace negli armadi del Ministero
L’inaugurazione dell’anno accademico è stata anche l’occasione per una proposta di una Legge Regionale sul diritto allo studio in una delle regioni italiane con il più alto tasso di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile. Sono le richieste avanzate dall’Unione degli Studenti di Messina al neo Governatore Musumeci e alla nuova Assemblea regionale siciliana.
“Come studenti e studentesse di Messina, città che più di tutte ha contribuito alla vittoria della Destra, ci chiediamo se sia finalmente giunto il nostro tempo, se finalmente dopo tanta fatica sia arrivata l’ora di una politica di valorizzazione della partecipazione studentesca e delle categorie finora mai considerate, se finalmente possiamo immaginare per un prossimo futuro un sistema scolastico realmente formativo e utile alla costruzione di una società attiva, partecipativa e solidale. Come UDS Sicilia, già da tempo portiamo avanti una proposta per una Legge Regionale sul diritto allo studio, una delle più grandi macchie della storia della nostra Regione che mai si è dotata di una previsione normativa su questo tema e che permetterebbe il riconoscimento per gli studenti e le studentesse della Sicilia di diritti che altre Regioni ed altre amministrazioni garantiscono da decenni. Siamo anche una delle Regioni con il più alto tasso di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile ed è evidente come le mancanze delle precedenti amministrazioni (a dire il vero a partire dalla primissima Repubblica) abbiano influenzato la qualità delle nostre vite e dei nostri percorsi formativi.
Ma adesso vogliamo riprenderci il nostro spazio. È giunta l’ora di lanciare un appello, per non perdere un’opportunità: a tutti i politici che ci hanno usati come espediente elettorale, a tutti coloro che si sono riempiti le bocche di belle parole riguardo l’importanza delle nuove leve; vogliamo un cambiamento e lo vogliamo ora. Studenti e studentesse, uniamoci senza perdere ulteriormente tempo, memori di partiti come il PD e Forza Italia che hanno determinato lo sfacelo della nostra scuola, smuoviamo le coscienze e creiamo il cambiamento a partire da noi. Nei nostri istituti organizziamo assemblee permanenti e momenti di confronto e protesta, stendiamo dei documenti ufficiali dimostrando che, a differenza di chi tanto parla senza avvicinarsi alle nostre realtà. Noi come Unione Degli Studenti Sicilia da anni attuiamo percorsi partecipati e democratici per costruire proposte concrete e per realizzare una legge che da troppo tempo aspettiamo. Adesso riteniamo sia finito il tempo delle attese e per questo mettiamo a disposizioni degli studenti e delle studentesse ma anche delle istituzioni il materiale che abbiamo prodotto fino ad oggi. Alla lotta!”
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