MESSINA. “Il sindaco Cateno De Luca utilizza i social come una gogna elettronica per fini punitivi“. È l’accusa avanzata al primo cittadino di Messina da quattro associazioni messinesi, che si sono rivolte al Garante nazionale dell’Infanzia e dell’adolescenza, al presidente dell’autorità garante per la protezione dei dati personali e al garante per l’infanzia di Palazzo Zanca per segnalare i metodi utilizzati da De Luca e il suo controverso utilizzo di video e post, con specifico riferimento al caso dei clochard cacciati in diretta Facebook (ma non solo).

«Le organizzazioni firmatarie della seguente nota – si legge in un documento firmato dal Circolo P. Impastato PRC Messina, dalla Rete Antirazzista, da Cittadinanza Attiva e dall’Unione Inquilini Messina, che accusano il sindaco di attaccare spregiudicatamente poveri ed emarginati – denunciano alcuni fatti accaduti in città ultimamente ed intendono segnalare agli organi preposti il suo preoccupante impiego di social network e video per fini punitivi. I social media diventano così parte di una strategia di governo dell’ordine assieme all’ordinanza sindacale n°190 del 15.07.2019 prevista dall’art.9 del c.d. Decreto Minniti del 2017 il quale conferisce ai sindaci potere di ordinanza in materia di decoro urbano e sicurezza della città. Questo pericoloso provvedimento si inserisce in un clima sociale e politico rovente determinato dai “due Decreti sicurezza” targati Salvini con i quali si calca pesantemente la mano sulle manifestazioni di piazza inasprendo le pene previste dal c.p., si criminalizzano migranti e ONG che operano il salvataggio in mare, si fa un ulteriore giro di vite sugli sgomberi ecc. Come organizzazioni ci siamo espresse già in altre sedi contro i vari articoli anticostituzionali contenuti nei decreti sicurezza pertanto, oggi, nella nostra città, respingiamo questa nuova ordinanza sindacale del Sindaco De Luca che da buon sceriffo e tutore dell’ordine subisce il fascino delle misure poste a tutela del decoro di particolari luoghi. Questo fatto la dice lunga sulla politica gestionale del Sindaco di una città martoriata da decenni di gravi problemi; fra tutti ricordiamo la disoccupazione , le baracche ed il traffico dei tir che continuano a tenere in ostaggio la città che versa in una situazione indecorosa e pericolosa per la vita e per la salute dei cittadini. Per non parlare della gestione dei servizi sociali sempre più lontani dalla media standard di quelle città che riescono a garantire diritti e servizi ai soggetti più fragili, soprattutto nei periodi estivi che richiedono una maggiore cura delle persone. Ma le persone per De Luca non sono da tutelare e verso di esse non vanno messe in atto politiche di sicurezza sociale. No! L’ordinanza è punitiva e repressiva contro persone che nei fatti a Messina non sono mai stati un intralcio e anzi contribuiscono alla stessa economia cittadina. Come impiega il suo tempo estivo da sindaco Cateno De Luca?».

«Il suo senso di “pulizia e decoro”- proseguono – lo scorgiamo dai video social che colpiscono giovani uomini nigeriani che incontriamo giornalmente a Messina, che vivono con dignità, e che questa ordinanza tramortisce sottoponendoli a difficoltà economiche e a gogne mediatiche. In vari video pubblicati nella mangiatoia di FB, De Luca insieme ai vigili urbani (declassati spesso a Polizia personale) trattano questioni delicate col pugno duro. Ricordiamo tristemente quello della squallida operazione di “pulizia” dello spazio occupato da persone che dormivano (definiti padroni del Palacultura) e quello del lavavetri cacciato malamente in diretta facebook. Insomma a quanto pare ci sembra che questa Giunta sappia promuovere politiche di questo livello. Ultimo, ricordiamo il video in cui due giovani, di cui uno minorenne, scaricano legna in un casolare abbandonato. Un video che, a prescindere dalle eventuali responsabilità penali o civili, mortifica le persone e che, come nei casi succitati, ha fatto partire il consueto plotone di esecuzione mediatico senza che il primo cittadino si renda conto che in tal modo si viola la privacy e si mette a rischio l’incolumità e soprattutto la dignità (questa sconosciuta al signor sindaco di Messina) delle persone riprese. Il sindaco De Luca la smetta di usare questa politica securitaria e poliziesca dividendo i messinesi in buoni e cattivi, in cittadini per bene e cittadini sgraditi, in persone conformi o difformi al decoro.  Non con questa strampalata e repressiva idea di tutela del decoro che si rende attrattiva la città».

Numerosi gli esempi segnalati dalle associazioni, così come i commenti degli utenti, “ugualmente tesi a ledere la dignità dei due cittadini presi di mira dal Sindaco De Luca, che del decoro, della punizione e, soprattutto, dell’esibizione dei ‘rei’ attraverso social media ha fatto il suo cavallo di battaglia”.

A finire nel mirino delle associazioni, in particolare, i casi che vedono protagonisti dei minori, solo una parte di “una sistematica serie di violazioni commesse dal Sindaco sulla sua pagina Facebook”.

«Il Garante per l’infanzia, sia comunale che nazionale e quello per la protezione dei dati personali – commentano – dovrebbero valutare questi episodi in quanto superano, con preoccupante frequenza, i limiti tollerabili. Al pari di trofei di caccia, i video esposti sulla pagina Facebook del sindaco ritraggono per esempio minori impegnati a giocare al Grest in costume da bagno, oppure presenti agli eventi elettorali. Ma, ciò che è infinitamente peggio, non esita a rendere i minori protagonisti di filmati che lasciano intendere – non di rado surrettiziamente – il compimento di reati da parte loro. Tuttavia non è che per gli adulti vada meglio. È frequente difatti che dipendenti dell’amministrazione, cittadini comuni e persone prive di casa, vengano additati al pubblico ludibrio per mezzo di social network in ragione di comportamenti giudicati dal Sindaco – e non già da un Tribunale – inopportuni».

«È questo il caso – spiegano ancora – di due uomini privi di casa, di nazionalità nigeriana, adagiati nei pressi di un edificio pubblico (il Palacultura) i cui volti vengono ritratti all’alba 13 agosto 2019 nel corso di un cosiddetto “blitz” operato dal locale corpo dei Vigili Urbani ed esposti al disprezzo della cittadinanza. Ma non solo di questa. Nel corso di una manifestazione di protesta che segue l’episodio, uno dei uomini, narrando la vergogna provata da lui e dal suo compagno, racconterà anche che il video ha avuto un’ampia circolazione giungendo in Nigeria e provocando così un fortissimo imbarazzo alle famiglie. Qualche giorno prima è toccata ad un lavavetri sbattuto ancora una volta sui social con questa frase poco nobile:  “ Il lavavetri che sporca la nostra Villa: sequestro di tutto ed allontanamento!”, con oltre 1.300 visualizzazioni, con 9.300 condivisioni».

«I social media – si legge ancora nell’esposto – diventano così parte di una strategia di governo dell’ordine – di quello urbano così come di quello relativo ai servizi pubblici – che fa dell’esposizione di nomi, volti e dati personali il proprio strumento principale. Alla luce di quanto osservato, ci chiediamo se per l’illecito utilizzo dei filmati, il sindaco incorra nella violazione della normativa relativa alla protezione dei dati personali. Infatti ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679, “Sono dati personali  le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.. Restiamo dunque in attesa di conoscere il giudizio e gli eventuali provvedimenti e restrizioni che l’Autorità garante per la privacy e il Garante per l’infanzia e l’adolescenza intendano assumere nei confronti dei gestori della pagina Facebook “De Luca sindaco di Messina”, innanzitutto a tutela dei minori ai cui spettano il diritto alla riservatezza e a vivere una infanzia serena. Nonché contro gli usi afflittivi di quella pagina Facebook e dei video ivi contenuti per “punire” ed esporre individui sospettati di avere commesso infrazioni o semplicemente leso un oggetto impalpabile e difficilmente definibile come il “decoro”»..

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