MESSINA. Continua il “confronto-scontro” fra il sindaco Cateno De Luca e i sindacati dopo il faccia a faccia su La 7 sui dipendenti comunali, che ha lasciato i suoi strascichi. A intervenire su quanto accaduto nel corso del talk condotto da Massimo Giletti, “stigmatizzando il comportamento, ancora una volta verbalmente violento, del primo cittadino nei confronti di lavoratori e sindacati” sono il segretario generale della CGIL di Messina, Giovanni Mastroeni, e il segretario della FP CGIL di Messina, Francesco Fucile, che accusano De Luca di avere “diffamato e vergognosamente umiliato i lavoratori del Palazzo Municipale, dimostrando di sapere replicare solo con bugie e populismo”.

«Quella andata in scena ieri nel corso della puntata di Non è L’Arena in onda su LA7 – spiegano – non è stata una triste pagina televisiva solo per i dipendenti del Comune di Messina, accusati, di fronte a tutto il Paese, di voler fare i furbi ed approfittarsi della modalità del lavoro agile per convenienze personali, ma lo è stata per tutti quei lavoratori dei servizi pubblici che quotidinamente, anche nel periodo del lockdown, sono stati in prima fila per garantire le attività necessarie».

«A differenza di quanto fatto da De Luca – affermano Mastroeni e Fucile -, che ha ben pensato di intervenire in trasmissione solo per acquisire visibilità in ottica elettorale, noi siamo stati presenti per difendere i servizi pubblici e coloro che ne fanno parte. Parliamo cioè di persone che hanno lavorato e lavorano con professionalità ed onestà, sia in presenza che in modalità agile, – così come previsto dalla normativa -, e che sono stanche di essere additate come nullafacenti. Se il Sindaco è conoscenza di situazioni in cui c’è chi se ne approfitta, farebbe bene a denunciare e noi saremo i primi a supportarlo, ma certamente non prestiamo il fianco a questi vergognosi attacchi senza sostanza, fatti di menzogne e costruiti solo per fomentare nei cittadini sentimenti di odio e rabbia nei confronti di chi lavora nel pubblico».

«Nel mese di agosto il Segretario Generale del Comune di Messina ha firmato la Direttiva “Misure per il rientro in sicurezza sui luoghi di lavoro nella c.d. Fase 3”, che di fatto prevedeva unicamente una revisione delle attività svolte in modalità agile, sospendendo, nel frattempo, l’utilizzo della suddetta modalità. Di fronte a tale provvedimento, come FP CGIL, siamo intervenuti evidenziando che tale sospensione non poteva essere posta in essere tout court, perché sarebbe stato necessario continuare a tutelare i cosìdetti lavoratori fragili. Una situazione ben diversa, dunque, rispetto a quella grossolanamente ricostruita dal Sindaco, che peraltro dovrebbe fare chiarezza anche su quel foglio sventolato con tanto orgoglio nel corso di tutta la trasmissione, come una vittoria nei confronti della CGIL. Ebbene, quel pezzo di carta lo avrebbe dovuto sventolare di fronte a qualche altra sigla sindacale autonoma, firmataria dela Salva Messina, che contro il provvedimento di rientro a lavoro firmato dalla Segretaria Generale, ha appunto presentato un ricorso, che, come sottolineato a più riprese dal Sindaco, è stato rigettato».

E poi ancora, continuando i dirigenti sindacali, «De Luca ha mentito sapendo di mentire quando, alla domanda del conduttore “Sindaco i dipendenti quindi sono rientrati a lavoro?”, il primo cittadino ha risposto di “Assolutamente sì”. Ebbene, i dati raccontano qualcosa di ben diverso: il numero dei dipendenti in lavoro agile nei mesi di luglio, agosto e settembre non è cambiato: sono sempre 200 le unità che operano nella suddetta modalità».

Rispetto poi al grande tema del lavoro agile, CGIL ed FP CGIL evidenziano come «il periodo di lockdown abbia segnato un punto di svolta rispetto all’adozione di una modalità di lavoro che in altri paese di Europa è a regime ormai da tempo: servono investimenti gestionali, organizzativi e culturali, ma il cambiamento è irreversibile. Lo smart working, che è cosa ben diversa dal lavoro da casa, in quel caso bisognerebbe parlare di telelavoro, è per suo stessa definizione lavoro intelligente in cui si costruisce un legami di fiducia tra maggiore liberà del lavoratori in cambio di maggiore responsabilità.Concetti que st’ultimi, che sonocertamente complicati da comprendere per un Sindaco che tratta i “suoi” dipendenti alla stregua di nullafacenti capaci di lavorare solo se tenuti sottocontrollo».

«Un ultimo, ma non per questo meno importante, aspetto, riguarda la questione della sicurezza sul lavoro al tempo del Covid, argomento su cui De Luca non è stato nelle condizioni di ribattere vista la totale ed imbarazzante assenza di Protocolli anticovid negli uffici comunali, partendo proprio da Palazzo Zanca. Appare ormai chiaro che il Sindaco non abbia alcun interesse nella tutela dei dipendenti comunali – sottolineano Mastroeni e Fucile -, ma lo invitiamo, almeno per il bene degli utenti, a mettere in campo quelle specifiche misure previste da Protocolli nazionali, di cui al Comune di Messina, ancora oggi, non vi è traccia».

La chiosa finale la CGIL la riserva poi alle accuse relative ad uno spreco di denaro pubblico da parte delle organizzazionali sindacali, «che non può che essere definitivo come un colpo di teatro neanche tanto ben riuscito. Fa sorridere che a dirlo sia proprio colui che anziché azzerare le partecipate, ne ha create di nuove, nominando presidenti, direttori generali, Cda, che di certo non si trraducono in un risparmio di denaro. Riguardo poi alle risorse cui fa riferimento il Sindaco nell’attaccare il sindacato, non sono altro che i soldi dei dipendenti comunali: parliamo cioè di un fondo quantificato secondo fonti di legge e di contratto che rappresenta l’oggetto del Contratto decentrato integrativo. E proprio a tal proposito, è bene precisare che tutti i contratti decentrati sono stati vistati dai collegi dei revisori dei conti del Comune di Messina ed autorizzati dalla Giunta Comunale».

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