MESSINA. Sembrava essersi inabissata, ma la variante di salvaguardia la piano regolatore generale, l’ormai celebre “salvacolline” è tornata a galla come un fiume carsico. E placatesi le polemiche sugli atti “secretati”, adesso tocca all…compatibilità col Piau (Piano Innovativo in Ambito Urbano) ed ai mancati introiti in termini di oneri concessori ed Imu che la volumetria dimezzata sulle colline e spalmata altrove comporterà per le casse di palazzo Zanca.

Del primo aspetto si è occupato Giuseppe Santalco di Felice per Messina: “La Variante cassa volumi, ma è altrettanto vero che gli stessi mediante la “Banca del Volume” vengono paracadutati in altre zone della città ed in particolare nelle zone ZIS e ZIR. Questo comporta la necessità di analizzare e valutare il PIAU prima che sia approvata la Variante per capire come l’Amministrazione intende regolamentare la pianificazione delle zone ZIR e ZIS. Attesto quanto precede – scrive Santalco – è auspicabile che l’Assessore De Cola presenti la proposta di delibera del PIAU in Commissione entro il mese di agosto, e ciò per consentire ai Consiglieri di esprimere un voto più consapevole sulla Variante di Salvaguardia”.

Santalco si è detto non pregiudizialmente contrario a votasre favorevolmente, ma ha chiesto che il percorso sia condiviso con l’aula. Secondo Elvira Amata, invece, “è necessario valutare, in termini economici, l’impatto che può scaturire sulle casse comunali dall’adozione di tale variante, e quindi dall’eliminazione di 2,5 milioni di metri cubi. Il convincimento della sottoscritta scrive la consigliera di Fratelli D’Italia –  risulta pienamente suffragato dalla stessa Giunta Municipale, che nella delibera n. 113 del 14.2.2017 al punto 5. evidenzia: Dare atto che dal provvedimento allegato potrebbero derivare effetti diretti sul bilancio comunale in quanto comporterebbe una riduzione sulle entrate comunali (tributi locali, IMU aree edificabili) e, pertanto, sullo stesso è stato acquisito il parere contabile che si trova allegato alla presente deliberazione. L’allegato parere, sottoscritto dal Ragioniere Generale, si esprime in tal modo: Favorevole nella intesa che il Dipartimento Tributi proceda a quantificare le minori entrate, le cui risultanze dovranno essere comunicate tempestivamente a questo Dipartimento per le conseguenti attività connesse alla formazione del Bilancio di Previsione 2017/2019”.

Dai calcoli della consigliera, il mancato incasso negli anni , per gli oneri concessori “cassati”, potrebbe ammontare realisticamente anche a decine di milioni di euro, mentre di Imu si deduce un mancato incasso annuo di 2.650.00 euro.

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