MESSINA. Evidenziare la tensione delle ultime ore nei volti dei candidati (e non) è quasi superfluo. Lo dicevano i volti dei presenti in aula (soprattutto dei due protagonisti di questo secondo turno, Michele Limosani e Giovanna Spatari), gli stracci volati degli ultimi giorni dopo una campagna elettorale all’insegna del fair play, e principalmente il boato di tutti i presenti quando, a spoglio elettorale ancora in corso, la matematica (che non è un’opinione) ha dato per vincitrice Giovanna Spatari. Un’invocazione al suono di “Giovanna, Giovanna, Giovanna!” che, quella tensione, l’ha praticamente affettata, forse facendone emergere ancora di più l’esistenza.

Una mattinata, quella che si è conclusa intorno alle 12 con la proclamazione della nuova rettrice dell’Università degli Studi di Messina, che è cominciata (alla presenza di nessuno, se non dell’ex candidato Giovanni Moschella) con lo spoglio del seggio relativo ai voti dei docenti, alle 8:30, e che già aveva fatto emergere il vantaggio della Spatari sul suo unico avversario, Limosani, dopo che il terzo in corsa, appunto Moschella, si era ritirato visti i risultati del primo turno, stringendo, di fatto, un’alleanza proprio con la Spatari che si è rivelata fatale per Limosani, che venerdì teneva un vantaggio sulla collega, ex pro rettrice dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea (grande assente della giornata) di appena una manciata di voti. Ed è per questo che già alle 10:00 i sostenitori del direttore del dipartimento di Economia cominciavano a perdere le speranze. E in effetti il quadro è stato ancora più chiaro dopo il calcolo del voti dei seggi da 3 a 12: per ribaltare il risultato al professore Michele Limosani serviva un miracolo, che non c’è stato.

Lo spoglio del seggio numero 1 è iniziato intorno alle 11. Nel frattempo l’aula si era riempita e a quell’ora era strapiena (anche di esponenti politici di spicco della città). Così tanto che anche in corridoio si faceva fatica a camminare. Il margine di voti fra Limosani e la Spatari era di praticamente 50 preferenze e, per la successiva mezz’ora, il gap fra i due ha oscillato tra i 50 e gli 80 voti, andando ad infrangere sempre di più (e lentamente) le speranze di vedere Michele Limosani al comando dell’Università degli Studi di Messina. Attimi di attesa che non hanno nascosto ansia, preoccupazioni e sorrisi fra i due candidati, che ogni tanto si scambiavano qualche sguardo amichevole e qualche parola, probabilmente anche per spezzare un po’ di tensione, e condizionare la reazione finale, che per entrambi è stata moderata.

La segnalazione della vittoria della prima rettrice donna Unime è stata data dal pubblico, che contava proprio i voti da rivelare mancanti e quelli che servivano per avere la certezza matematica. Al conteggio del 596esimo voto a favore della Spatari, ecco il frastuono dell’aula (e di chi era in corridoio perché dentro non c’era più spazio e l’aria si faceva pesante) misto di applausi e urla. Poi il conteggio dell’ultima settantina di schede elettorali e, all’annuncio della conclusione dello spoglio, si è alzato il coro “Giovanna, Giovanna, Giovanna!”, con la nuova rettrice, in attesa della proclamazione ufficiale, attorniata da giornalisti e colleghi/amici che facevano a gara per complimentarsi. I riflettori erano su di lei, forse impreparata (perché anche se ormai era nell’aria, non ci si può preparare a questo), e poi qualche luce è andata sull’avversario, che fino alla fine è rimasto seduto accanto alla rivale delle ultime settimane, complimentandosi immediatamente. Chi lo sa, forse una di quelle paroline che si erano scambiati durante lo spoglio dell’ultimo seggio era già un complimento di Limosani.

La candidata portata in auge dall’ex rettore Salvatore Cuzzocrea era ormai la nuova rettrice, anche se mancava solo l’ufficialità data dalla proclamazione. Che non è tardata ad arrivare. Invitata a salire sul palco dell’aula magna, il decano dell’Università degli Studi di Messina ha letto il documento riassuntivo dello spoglio, dato seguito alle formalità di rito e proclamato Giovanna Spatari nuova rettrice Unime. Una vittoria che ha deciso di dedicare «ad Antonella Cocchiara, Angela Bottari e a tutte le compagne di questi anni». La corsa all’ermellino si è ufficialmente conclusa con queste parole e con la prima rettrice donna Unime che sarà alla guida dell’Atene messinese fino al 2029.

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