MESSINA. È divenuta virale, nei giorni scorsi, la notizia (diffusa sui social) di una presunta banda di romeni interessata ai bambini della zona sud, con rapine, tentativi di rapimento e approcci in prossimità delle scuole. Ad avvalorare la tesi ci sono due denunce presentate da cittadini alle forze dell’ordine, che stanno svolgendo gli accertamenti del caso per verificare la veridicità dei racconti e dei fatti (anche se sulla vicenda, dai primi rilievi investigativi, c’è un certo scetticismo). Per capire, insomma, se si tratti di un problema concreto, di una realtà parziale o di una bufala bella e buona a cui hanno abboccato in migliaia.

In attesa di conoscere gli esiti delle indagini, quel che è certo è che Messina non è l’unica città in cui sono stati segnalati eventi di questo tipo. Anzi. Le stesse identiche dinamiche sono state denunciate qualche settimana fa a Catania, dove cinque persone (tre donne e due uomini), avrebbero tentato di sottrarre dei bambini. O almeno è quello che si sostiene in un video su TikTok pubblicato da una donna catanese, divenuto immediatamente virale. «Sono rumeni e rubano i bambini, state attenti ai vostri figli. Si tratta di una cosa certa e sicura, non è una cosa fatta per ottenere condivisioni», commenta un altro utente in uno dei tanti filmati diffusi sui social e su Whatsapp, in alcuni dei quali vengono mostrati pure i volti dei cinque presunti rapitori.

Tutto vero? No, per niente. A scoprire gli altarini, nel catanese, ci ha pensato infatti un servizio di Meridionews, che ha svelato come le ricostruzioni fossero del tutto false e rimandassero a una bufala diventata virale in diverse parti dell’Europa, dalla Danimarca alla Lituania, dalla Croazia alla Romania. Sempre con dinamiche simili e sempre con gli stessi volti dei presunti rapitori.

E le foto delle auto diventate virali sui social messinesi? False pure quelle. Le stesse circolano ormai da anni sui social di mezza Europa.

 

 

Chi sono i presunti rapitori ritratti nelle foto? Il loro volto – si legge su Meridionews – è comparso su un sito web di un quotidiano online della Romania, in un articolo del 2021. Le stesse facce appaiono quindi nella pagina Facebook rumena Caricatura Zilei,in un post del 2016. E ancora, la stessa foto era stata utilizzata in un post del del 27 ottobre scorso in cui una donna, su Facebook, spiegava agli abitanti di Zagar, in Romania, di prestare la massima attenzione perché la banda «prendeva i bambini e li vendono per gli organi». L’immagine, con avvertenze analoghe, appare quindi a Taastrup, in Danimarca, a Vilnius, in Lituania, e in Croazia.

Ad alimentare la psicosi, in riva allo Stretto, sono stati anche degli audio che hanno iniziato a girare su tik tok e whatsapp in cui una donna   denuncia la presenza di tre “zingari” a Santa Lucia che – a suo dire – stavano per portare via il figlio Brian, salvato dall’intervento del fratello Gioele. “Il Comune si è mosso con velocità. Si cercano in tutta la Sicilia”, si legge nella descrizione del filmato, con centinaia di condivisioni (inutile specificare come il Comune non abbia alcuna competenza in merito).

 

 

 

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