MESSINA. A conclusione del proprio incarico, il commissario della Città metropolitana Filippo Romano, scrive una lettera aperta ed un ringraziamento a tutto il personale che, in oltre quattro anni di gestione, ha collaborato con dedizione professionale ed umana all’attuazione degli obiettivi dell’Ente.

“Lasciando un incarico commissariale che è durato quasi quanto un regolare mandato presidenziale, desidero con questa lettera formulare un saluto e un ringraziamento che non ho potuto tenere personalmente a causa delle urgenti incombenze della mia nuova funzione di Viceprefetto Vicario di Siracusa, per qualche mese faticosamente sovrapposta al primo.

Ho scritto note personali ad alcuni dipendenti, probabilmente dimenticandone molti fra i più meritevoli. Ma oltre a colmare presto la lacuna, vorrei rendere pubblico un plauso generale a tutti gli operai, impiegati, funzionari e dirigenti della ex Provincia di Messina, in considerazione di livelli di preparazione, professionalità, serietà e impegno che spiccano in un panorama non esiguo come quello degli enti locali che ho amministrato.

Mai potrò dimenticare l’impressione positiva che ebbi già al mio primo ingresso a Palazzo dei Leoni in una ormai lontana mattina di giugno del 2013: l’ordine e il decoro mi richiamarono alla mente le consuete atmosfere delle Prefetture, con ciò rendendo superflua quella attività di restituzione del prestigio istituzionale cui in passato dovetti procedere in alcuni comuni di territori problematici.
Vero è che ogni cosa è perfezionabile, e mi sono bene presto dedicato con ogni energia a un costante miglioramento formale (la rigorosa pulizia e manutenzione dei prospetti degli edifici provinciali e delle scuole superiori, le uniformi della Polizia metropolitana e dei commessi, la decorazione dell’androne monumentale con gli stemmi in ceramica di tutti i comuni della provincia, la realizzazione della Galleria degli ex presidenti, ecc.) e sostanziale (l’organizzazione degli uffici e lo snellimento delle procedure, la gestione dei fitti passivi e della edilizia scolastica, la cura della estesa viabilità provinciale, il rafforzamento del Corpo della Polizia provinciale poi metropolitana, la dismissione del patrimonio immobiliare infruttuoso, l’implementazione del sistema di prevenzione della corruzione, ecc.).
Ma lo ho potuto fare grazie a un novero di professionalità e intelligenze che – lo dico fuor di retorica – fa onore alla Città e alla provincia che lo hanno espresso, esemplificando quelle doti di serena competenza e di garbato esercizio delle pubbliche funzioni che i migliori messinesi sanno dimostrare nella gestione della cosa pubblica.
Fra i collaboratori, a tutti i livelli gerarchici, ho rinvenuto eccellenze nella gestione del personale, dell’informatica e dei lavori pubblici, sui quali ultimi basti dire che il corpo dei tecnici della ex Provincia negli ultimi anni ha direttamente progettato e diretto tutti i lavori edilizi e stradali effettuati, anche di grande portata (e anche per conto di diversi Comuni, dietro apposite convenzioni); peraltro dimostrando – da ultimo in occasione del c.d. Masterplan, grandi capacità di intercettazione dei finanziamenti regionali, nazionali e comunitari.
Il Corpo della Polizia metropolitana ha assicurato una costante presenza sul territorio, incrementando operatività e organici (purtroppo soltanto con mobilità interna all’Ente, essendo preclusa ogni assunzione di personale dalle norme che avevano avviato la abolizione delle province, poi bocciata dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016).
Tutto ciò in un quadro di crescenti e ingenti difficoltà finanziarie cagionato – lo ripeto ancora una volta – non da mala gestio presente o passata dell’Ente, il cui bilancio primario è in avanzo nonostante la eliminazione pressoché totale del contributo erariale (29 milioni di euro annui fino al 2010), bensì dal ben noto obbligo di contribuzione all’Erario statale, disposto da quelle stesse norme abolitrici delle province che poi non hanno trovato epilogo.

E se tale insostenibile prelievo (altri 28 milioni di euro su un bilancio di 61, di cui la metà abbondante in retribuzioni) impedisce ormai all’Ente la quadratura del bilancio, salve provvidenziali ma sollecite modifiche legislative, la scelta di avviare il dissesto ha avuto il prioritario scopo di evitare un assalto disordinato alle residue disponibilità di cassa, salvaguardando fin quanto possibile le spettanze del personale, che non merita di vedersi negata la retribuzione come sta accadendo in altre ex province siciliane.
Non aggiungo altro, per non rischiare di cadere davvero nella retorica, e perché credo che sia chiara la mia affezione a un personale che tanta capacità e correttezza ha dimostrato (e dico qui, prevenendo eventuali ironie, che le pochissime eccezioni confermano ampiamente la regola).

Vorrei, semmai, spendere qualche parola per il contesto esterno.
La Cittadinanza, sia pure segnata da anni da una crisi economica particolarmente pesante nel territorio metropolitano, ha confermato quelle doti di correttezza e civiltà che sono fra i tratti migliori della c.d. “messinesità”. Anche qui, le poche eccezioni hanno confermato la regola, anche quando si è trattato di quei pochi comportamenti lesivi del pubblico interesse o del pubblico patrimonio che hanno inevitabilmente attratto l’attenzione di chi amministra e di chi riporta i fatti.
Anche i rappresentanti politici e i “corpi intermedi” della Comunità locale hanno dimostrato doti che dicono tanto su cosa potrebbe diventare la realtà territoriale messinese e provinciale con un impegno corale di tutte le componenti della Società civile.
Da parte dei primi non ho ricevuto pressioni indebite (come molti sono portati a credere in un generale quanto pernicioso clima di sfiducia verso la politica), bensì utili suggerimenti e garbati richiami di attenzione sulle problematiche più rilevanti, con ciò realizzando il fondamentale compito di sintesi delle rappresentanze politiche di una comunità.
Dai secondi – ordini professionali, categorie professionali, organizzazioni sindacali – ho ricevuto leale collaborazione nell’ambito di un costante confronto, sia pure nella dialettica che necessariamente caratterizza certi componimenti di contrapposti interessi giuridici e politici, come insegna la Scuola messinese del diritto.
Valga anche qui la risposta preventiva a eventuali obiezioni che possano richiamare qualche (raro) episodio di relazioni non improntate a lealtà, correttezza e legalità: le poche eccezioni non possono che confermare la regola.
Similmente, infine, è a dirsi per quanto riguarda il ruolo della Stampa, la quale nella stragrande maggioranza dei casi ha saputo ancora una volta confermare un sistema di rapporti ispirati a moderazione (che non è un limite!) e a correttezza, come certamente può confermare l’Ufficio stampa della Città Metropolitana, riuscendo nel difficile compito di informare con equilibrio in un’epoca in cui sembra che una notizia priva di spettacolarità e di social appeal non riesca a bucare il muro della disattenzione generale.
Ebbene, non è così; e ne ho avuto abbondante conferma, nel corso di questo quinquennio, dal quotidiano contatto con i cittadini che avevano saputo cogliere le informazioni e le notizie fornite loro dagli organi di stampa.
Grazie, quindi, a tutti coloro i quali, dentro e fuori il Palazzo dei Leoni, hanno reso possibile l’espletamento di un incarico non facile in un periodo difficile, e tanti auguri a chi, oggi come domani, dovrà servire l’Ente nella qualità di amministratore.
Un abbraccio corale, grande quanto mi è possibile, ai mille e più dipendenti della Città Metropolitana, quei quasi novecento ancora in servizio e quei quasi duecento che sono andati in pensione durante la mia gestione, che porterò tutti sempre nel cuore”.

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