MESSINA. La nomina era attesa dal 17 febbraio, ed è arrivata nella serata di venerdi 10 marzo: il sindaco Renato Accorinti rompe il riserbo che durava da settimane e sceglie Federico Alagna come nuovo esponente della sua giunta, con deleghe a Cultura e Politiche scolastiche. E all’improvviso un mese di trattative, voci, indiscrezioni, consultazioni e dubbi viene cancellato.

Federico Alagna è stato il primissimo nome venuto fuori dal novero dei pretendenti al ruolo di assessore, perché la sua figura, al di là dei meriti professionali e personali (under trenta, laureato in Scienze politiche a Bologna e con un dottorato in corso in relazioni internazionali legato alle politiche migratorie), è quella che metteva d’accordo un po’ tutti. Cambiamo Messina dal basso ovviamente, movimento del quale Alagna è stato per due volte portavoce, e che vede aumentare il peso politico nell’esecutivo Accorinti, per giunta “strappandolo” a quel settore estraneo e guardato con aperta ostilità che aveva permesso l’ingresso in giunta del precedente assessore alla Cultura Daniela Ursino, non a caso andata via per incompatibilità ambientali con Cmdb.

Il movimento, che già aveva posto il veto sull’ingresso in giunta di Elio Conti Nibali tre anni fa in sostituzione di Filippo Cucinotta (al contrario di Conti Nibali esponente di Cmdb), stavolta ha puntato i piedi e “costretto” all’angolo Accorinti, che fino al’ultimo aveva considerato una donna per l’assessorato vacante. Donna che sarebbe stata Lucy Fenech, arrivata a metà settimana a un passo così dal diventare assessore. Talmente vicino che lo stesso Alagna, per non sfilacciare ulteriormente gli accorintiani (tutti, di ogni sigla e provenienza) aveva fatto la “fuga in avanti”, chiamandosi fuori dalla corsa. Questo accadeva qualche ora prima della nomina. A quel punto sembrava fatta per il terzo nome, Luciano Fiorino: vicino al movimento ma non organico, in una posizione di terzietà soddisfacente per tutti (lo stesso Alagna, qualche settimana prima, aveva confermato che la sua nomina sarebbe stata “non sgradita” al movimento), fuori dalla politica abbastanza da non creare attriti col consiglio. E invece no.

Nel giro di mezz’ora un altro ribaltone, nonostante i timori dello stesso Alagna, che nel comunicato di rinuncia aveva adombrato la possibilità che la sua nomina potesse scatenare reazioni “non volute”. Dove? E in chi? Nello stesso movimento, dove evidentemente la totale convergenza verso il suo nonme non era scontata. E infatti, perchè ci fosse l’ufficializzazione c’è voluto quasi un mese. Perchè tutto questo tempo?

Fiorino non aveva opposto grossi ostacoli rispetto alla sua nomina, quindi nel giro di un paio di giorni la si sarebbe potuta ufficializzare. Alagna, risolti i problemi di compatibilità col dottorato (questione di uno o due giorni) pure. Per Lucy Fenech, il cui nome è stato spesso tirato in ballo per un ingresso in giunta, sarebbe occorso ancora meno tempo. O dentro o fuori, questione di qualche ora giusto per pensarci un po’ sù, con l’incognita di chi avrebbe preso il suo posto in consiglio. Sarebbe toccato a Enrico Di Giacomo, amico intimo di Renato Accorinti ma anche di Antonio Mazzeo, i due compagni di battaglia che l’esperienza politica a palazzo Zanca ha mestamente allontanato, e in caso di sua rinuncia addirittura a Saro Visicaro, presentatosi nelle amministrative del 2013 il lista con Cambiamo Messina dal basso ma fortissimamente critico fin dal giorno successivo alla vittoria di Accorinti. Tanto bastava perchè su Lucy Fenech venisse posto un veto bello grosso. Di nomi credibili, alla fine, non ne sono circolati altri. E quindi si è trattato di rapporti di forza e di equilibri da rispettare. Di politica, insomma.

Che conseguenze avrà la nomina di Alagna? Di sicuro più attenzione verso le politiche scolastiche, non troppo tenute in considerazione fino a questo momento. Il problema, semmai, potrebbe venire dal consiglio comunale, i cui rapporti con l’amministrazione, dopo la mancata sfiducia, si sono fatti parecchio tesi. E la presenza di un assessore d’area molto di sinistra potrebbe giovare ancora meno. La controprova si avrà molto presto, in occasione del voto sul regolamento per i beni comuni, laboratorio del quale Alagna è stato uno degli animatori. Per capire se la vittoria del movimento è stata una vittoria di Pirro, e se il braccio di ferro con il consiglio che ha malissimo tollerato il “Bella ciao “intonato alla fine della lunghissima nottata della sfiducia, scoprendo dopo quasi quattro anni che la giunta Accorinti è politicizzata ne più ne meno di tutte le altre, si trasformerà in guerra aperta.

 

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