MESSINA. Non si è fatta attendere la risposta alla dichiarazione perentoria del candidato del centrodestra a sindaco di Messina Maurizio Croce, e della deputata di Forza Italia Matilde Siracusano di “operazione verità” sui fondi per lo sbaraccamento, in particolare nel passaggio in cui i due hanno definito “speculazione” la lista “Mai più baracche” a sostegno di Federico Basile, con Ismaele La Vardera capogruppo (e Cateno De Luca come ispiratore).

Ha iniziato proprio La Vardera: “Da capolista della lista “‘mai più baracche” e da portavoce regionale di Sicilia Vera non posso che replicare che la vergogna la debba provare proprio la politica rappresentata dalla coalizione di centrodestra di cui Croce è espressione a Messina. Infatti da oltre 100 anni il problema delle baracche è stato sotto gli occhi di tutto l’arco costituzionale, ma mai nessuno aveva pensato di risolvere concretamente la questione. Anzi, tutti hanno fatto promesse e passerelle in tempi elettorali proprio sui territori in cui insistono le baracche, strumentalizzando chi ha vissuto un dramma in silenzio e per decenni. Comprendo il disappunto di Croce che trova inverosimile che la politica finalmente dia dignità e protagonismo proprio ai baraccati ed ex baraccati, fin ora infatti la politica lì ha solo usati. Oggi noi desideriamo possano sedere sugli scranni del Consiglio comunale proprio per perorare le cause di quel risanamento ormai avviato. Non avrei mai prestato il mio volto e la mia storia personale se non avessi toccato con mano il lavoro svolto da Cateno De Luca nel porre La questione del risanamento come punto fondamentale dell‘attività amministrativa, trovando risposte concrete che solo chi non ha onestà intellettuale non vede”.

Cateno De Luca l’ha presa più sul personale: “Se portare a Messina oltre 300 milioni, di cui solo 100 con la legge Carfagna, per risolvere l’emergenza abitativa di quanti vivevano nelle baracche, dopo 50 anni di inutili promesse, significa isolarla, ben venga l’isolamento. A me non è mai interessato avere riconosciuto il merito, ma mi stava a cuore risolvere il problema. Per quanto riguarda la nomina del Prefetto quale Commissario l’On. Siracusano farebbe più figura a raccontare la verità. È stata lei a pregarmi di non insistere per facilitare l’esito del procedimento di legge, frenato da parlamentari che temevano di rafforzare troppo la mia posizione. Siccome non era questo il mio obiettivo, ma quello di fare l’interesse della mia comunità ed in particolare quello di migliaia di persone da sempre dimenticate dalla politica romana e palermitana, ho fatto un passo indietro. Chi, come Croce, lancia frecciatine su questo argomento dimostra di non conoscere i fatti. E questa, purtroppo per lui, non è una novità”.

Stesso tenore per le dichiarazioni di Federico Basile: “Rivolgendoci l’accusa di  strumentalizzazione dei baraccati, Croce ha superato il senso del ridicolo. Forse ha nostalgia dei tempi in cui i suoi riferimenti politici, in occasione di ogni consultazione elettorale, facevano visita a chi viveva in condizioni di disagio chiedendo voti in cambio di buste della spesa, buoni benzina e, per i più fortunati, qualche assunzione trimestrale in aziende private. La lista “Mai più baracche” sta lì a significare che quei tempi sono finiti. Se ne facciano una ragione onorevoli, candidati e galoppini!  Lo slogan “Mai più baracche” va, invece, inteso in senso molto più ampio sotto il profilo politico: significa mai più immobilismo sui problemi seri della gente, mai più inutili passerelle di presidenti ed onorevoli, mai più rassegnazione. In questa città, un tempo costretta comunque a votare per chi promette e non mantiene, oggi c’è un nuovo protagonismo di uomini e donne fino a ieri considerati solo come numeri, che scendono in campo spontaneamente per portare la loro esperienza e le loro idee. Altro che strumentalizzazione, si chiama democrazia”.

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