MESSINA – Pignolata, mezza con la panna, ‘nzudde, perfino i cannoli e la cassata, “perché da noi la ricotta è lavorata in modo più sofisticato”. Inizia da questo il candidato sindaco del centrosinistra, Antonio Saitta, per presentare “la carta d’identità territoriale”.

Un vero e proprio progetto per rilanciare le specificità del territorio e dare un senso alla “messinesità”, questo è lo scopo descritto da Saitta oggi in conferenza stampa nel Salone degli specchi della Provincia.

“Ci presentiamo senza insultare, senza guardare dichiarazione dei redditi o sentenze penali che pure abbiamo letto con attenzione ma la nostra è una campagna elettorale fatta sulle proposte”, sottolinea il candidato.

E la proposta di stamattina ruota attorno all’indentità di Messina: “La  messinesità, a me pare un’espressione vuota di significato se non la si ancora a qualcosa di concreto. Che significa? Se leghiamo questa espressione a una identità territoriale che coniughi ad un tempo storia, cultura, tradizione e identità, per esempio le eccellenze eno-gastronomiche che specificano un territorio e con le quali possiamo e dobbiamo dare riconoscibilità ad un patrimonio che può avere una ricaduta in termini occupazionali”.

Creare lavoro partendo dall’identità, questo è il tema affrontato oggi dal candidato: “Ce ne vantiamo ma non abbiamo dato mai  valore ad alcune delle nostre caratteristiche”.

Prima tra tutte quella enogastronomica: “Il panettone è diventato un dolce esportato in tutto il mondo, ed identificato con il Natale: la nostra pignolata ha facilissime caratteristiche di conservazione e trasporto. Non abbiamo neanche provato a fare della pignolata quello che è: il dolce di carnevale. Un dolce per cui sarebbe necessario un brand e una campagna pubblicitaria. Poi i nostri pasticceri consorziati potrebbero fare ognuno la propria produzione seguendo dei parametri standard.

Un progetto che parta dal censimento dei prodotti tipici: “Pignalata, bianco e nero, ‘nzuddi, piparelli, Faro doc, focaccia tradizionale, pesce stocco a ghiotta, braciole, di carne e di pesce spada frutta martorana, caffè e panna, cannolo e cassata:  tutto questo rivisto in chiave di sviluppo turistico e produttivo. Un progetto condiviso col Cna, confederazione nazionale artigianato e con Slow Food che ne è stato l’ispiratore”.

Ma ancora, “Messina tra le dita”, ovvero un’app per turisti e per “i nostri concittadini che non conoscono bene la città”, che diventerebbe uno strumento di conoscenza completa del territorio e a portata di mano: offrire agli utenti un’esperienza interattiva di navigazine alla scoperta dei luoghi più belli della città di Messina, anche in assenza di connessione internet”.

Un modo, secondo Saitta, non solo per rendere facile la fruizione e la conoscenza della città, ma per creare lavoro: “Il mio programma – lo dico da tempo – ha tre priorità: lavoro, lavoro e lavoro”.

 

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