MESSINA. Il Casinò a Palazzo Zanca? Una provocazione. Cateno De Luca spegne gli entusiasmi dei suoi sostenitori e getta la maschera su uno dei punti più stravaganti del suo programma, presentato però con dovizia di particolari non più tardi di un mese e mezzo fa. La casa da gioco al posto del municipio (impossibile, perchè la legge che lo permetterebbe è ferma in discussione al senato da un anni) è una boutade da campagna elettorale, che però il deputato regionale “ribatte” imputando ai competitori il clamore suscitato dalla proposta.

“Sul punto è necessario un chiarimento per evitare ulteriori strumentalizzazioni e furberie da parte dei nostri avversari – ha spiegato De Luca durante il comizio di sabato in piazza Duomo – Quella del casinò è, ovviamente, una provocazione, ma non solo. Questa città ha il dovere di attrarre le ingenti risorse economiche che le possono derivare dalle presenze turistiche. E non soltanto quelle dei crocieristi. Per farlo in tempi brevi e con il massimo vantaggio deve sfruttare al meglio ciò che ha. Siamo davvero convinti che non ci sia posto migliore di Palazzo Zanca per fare certificati e carte di identità? Qualcuno pensa che sia il posto migliore per lavorare o per trovare parcheggio? La “provocazione”, l’idea, la proposta del casinò significa soprattutto questo: trasferiamo gli uffici da Palazzo Zanca ed utilizziamo quel sito per finalità turistiche e culturali! Cosa c’è di sbagliato, di strano o – come dice qualcuno – di offensivo? Io credo che sia molto più offensivo continuare a sprecare le potenzialità e le risorse che Messina già possiede: vale per l’area falcata e vale altrettanto per Palazzo Zanca”.

A margine, De Luca ha anche annunciato i centotrentacinque incontri e comizi  programmati da De Luca e dai candidati nelle sei liste  al consiglio comunale che inizierà martedì 22 maggio da Altolia e si concluderà martedì 5 giugno a Giostra. E sui quartieri, che De Luca ha dichiarato di voler eliminare: “La condivisione del governo municipale – spiega – sarà attuato con una forma di partecipazione democratica capillare, rappresentata dall’istituzione di cinquanta comitati civici eletti a suffragio universale: nove componenti per ogni comitato collegheranno il palazzo municipale con ogni villaggio e quartieri, senza lacuna indennità, per concertare le complessive pianificazioni e gli interventi da effettuare con particolare riguardo il mantenimento di elevati standard di vivibilità urbana”.

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