MESSINA. “Mi ritengo una risorsa, e mi metto a disposizione di Messina. Per noi essere l’amministrazione non è questione di vita o di morte, è una questione di vita o di morte per Messina“. Non pecca in modestia Cateno De Luca, che negli ultimi mesi al ruolo di deputato regionale conquistato ad inizio novembre, ai “dentro e fuori dai tribunali” del mese successivo, alla nuova carriera di scrittore, affianca oggi quella da candidato a sindaco in campagna elettorale.

La novità è che con sé ha, seduti al tavolo, tutti i sette assessori designati nel caso in cui dovesse diventare sindaco: la giunta al completo. Dafne Musolino, Carlotta Previti, Alessandra Calafiore, Salvatore Mondello, Antonino Briguglio, Massimiliano Minutoli ed Enzo Trimarchi, alla destra ed alla sinistra del candidato sindaco che inizia bellicoso: “la politica degli asini volanti del comune di Messina”, ha spiegato, parlando del progetto di via don Blasco stoppato ieri dal Genio civile. “La squadra è questa, non faremo accordi con nessuno, men che meno al ballottaggio”, ha sottolineato De Luca.

Come intende agire l’esponente di Sicilia vera? Sette liste al consiglio comunale (sei coincidenti con gli attuali quartieri, per i quali De Luca non presenterà candidati, e una settima generalista) e 250 candidati, da chiudere entro marzo, “chi c’è c’è”. Nelle stesse date si chiuderà il programma e la raccolta fondi, per la quale è stato costituito, tramite avviso pubblico, il comitato “De Luca sindaco di Messina”, che sarà registrato lunedi all’Agenzia delle entrate e sarà l’organo che guiderà la parte economica della campagna elettorale, con la raccolta fondi.

Nel caso in cui entrerà a Palazzo Zanca, De Luca ci entrerà con la mannaia: “Aboliremo consigli di quartiere e commissioni consiliari, è una norma dispositiva che ho fatto io da parlamentare regionale. Al loro posto, cinquanta comitati civici, villaggio per villaggio, gratuiti. Chiuderemo tutte le partecipate e le accorperemo ai dipartimenti, che ridurremo a quattro o addirittura a tre, rivoluzioneremo la dirigenza comunale. Tutto quello che legittimamente c’è, in termini di risorse umane si trasferirà al palazzo comunale, il resto a casa: non è un accorpamento punitivo, ma una razionalizzazione dei servizi, e varrà per tutte le partecipate”.

Poi la proposta “che non è una provocazione”, sottolinea, sul casinò dei Peloritani “ci giocheremo la meglio: migliaia di siciliani ogni settimana vanno a Malta, vogliamo farli restare a Messina. E la sede la stabiliremo a Palazzo Zanca: sostituiremo il casino con il casinò”.

 

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Giovanni
Giovanni
26 Gennaio 2018 15:52

Il candidato sindaco ha dei bellissimi pantaloni nella foto in cui si leggono i nomi degli assessori!