MESSINA. Ha lasciato forti strascichi la “separazione” fra Cateno e Luca e Dafne Musolino dopo il passaggio della senatrice messinese, ex Sud chiama Nord, a Italia Viva. A commentare a caldo la vicenda è stato per primo l’ex sindaco di Messina, in lacrime, durante una diretta sui social («Una pugnalata che non meritavamo. Mi sento come un padre che fa tanti sacrifici per crescere i propri figli e poi viene rinnegato»).

Oggi la “replica” indiretta di Dafne Musolino, chiamata in causa in un commento del sindacalista Michele Barresi, che ha taggato la senatrice in un post: “A Dafne Musolino gli auguri di buon lavoro ed una sola domanda: come si sta dall’altra parte degli insulti?“. La risposta dell’ex esponente della Giunta De Luca a Palazzo Zanca non si è fatta attendere, ed è piuttosto eloquente. «Premesso che io non ho mai insultato nessuno e, anche quando su fronti opposti, ho sempre dialogato con tutti, dico una cosa soltanto: da parecchio tempo tutti coloro che sono vicini all’ex sindaco sono stanchi del suo modo di parlare e della totale assenza di dialogo e confronto con chiunque. Stanchi di dovere apprendere dal post mattutino quale idea geniale è stata partorita in nottata, dalla autonomia all’equità territoriale fino a scoprire una mattina che eravamo più leghisti dei leghisti! Per non parlare di altre idee del decalogo composto da 8 punti (ma allora è un ottalogo? Boh!) con i villaggi della speranza stile nuovi campi di lavoro per i poveri immigrati in attesa di ricevere i documenti (anacronistico e disumano). E dunque quale partito? Quale progetto? Chiacchiere mattutine che non hanno costrutto, trasformismo fine a se stesso, totale isolamento culturale e politico. E violenza, sempre. Perciò, per rispondere alla tua domanda: dall’altro lato degli insulti si sta di merda, ma quando sei convinto della tua scelta, quando la tua dignità e la tua libertà sono messe ogni giorno a rischio, quando comprendi che stai girando a vuoto in una giostra in cui il giostraio vuole allo stesso tempo battere il tempo, suonare la musica, fare i biglietti, sedere sui cavallini e fare le foto, capisci che il tuo posto non è quello lì e che hai la responsabilità di impiegare le tue capacità nel migliore dei modi»

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