MESSINA. Finisce sulla scrivania della Procura di Messina il caso del corteo funebre che ha accompagnato la salma di Rosario Sparacio, fratello del boss, poi pentito, Luigi, con un documento di “atti relativi”, finalizzato a verificare se ci siano estremi di reato. Il fascicolo, infatti, è stato aperto dalla Procura messinese in quanto alle esequie, che si sono svolte sabato scorso, hanno partecipato 39 persone.

La piccola folla ha accompagnato il defunto dalla abitazione al cimitero, circostanza che il sindaco Cateno De Luca aveva definito nient’altro “che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri” dopo essere stato attaccato da diversi esponenti politici per non aver impedito il corteo. Lo stesso cittadino, però, è poi tornato sui suoi passi dissociandosi dai ringraziamenti scritti su Facebook dal nipote del defunto, e riconoscendo che il corteo c’è stato, dopo averlo definito “presunto” poche ore prima.

La Procura, guidata da Maurizio De Lucia, sta acquisendo gli elementi per accertare sia se ci siano state violazioni del Dpcm che vieta gli assembramenti, sia se tra i partecipanti ci fossero appartenenti a Cosa Nostra in libertà, ma tenuti a rispettare limitazioni sulla libertà di movimento. Le forze dell’ordine stanno procedendo alla identificazione dei cittadini presenti.

Fonte Ansa

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