MESSINA. Sta lasciando strascichi imprevisti la vicenda del corteo funebre del fratello del boss Luigi Sparacio, sulla quale il sindaco Cateno De Luca ha assunto una posizione molto “morbida”, prima definendolo “presunto”, spiegando di non averne parlato perchè ci sono indagini in corso, e poi addirittura liquidandolo come “inesistente“. “Non è mai esistito”, ha ribadito De Luca in un video.

Al terzo post, però, dopo aver incassato la condivisione del post dal nipote del defunto, il sindaco di Messina ha dovuto fare i conti con la realtà e ha ammesso implicitamente che il corteo funebre, vietato dai decreti sulle misure di sicurezza per evitare la diffusione del contagio da coronavirus, c’era stato eccome. Prendendone le distanze in maniera netta e zelante.

“Non voglio essere ringraziato dalla famiglia Sparacio – ha scritto in un post intorno a mezzanotte – per una vicenda che ho appreso dalla stampa e che oggi ho avuto modo di approfondire con l’ufficio di gabinetto del questore con particolari che non posso assolutamente svelare. Io sono stato sempre lontano dagli ambienti mafiosi ed ho sempre combattuto ogni forma di mafia. Se avessi avuto contezza di questa vicenda avrei agito prontamente come sono solito fare. La mafia mi ha sempre fatto schifo come ogni qualsiasi forma di sopruso! Non ho altro da aggiungere anche perché non intendo alimentare gli ipocriti professionisti della finta antimafia. La mafia si combatte con la buona e sana amministrazione e non con certi blasonati convegni o comunicati stampa utili a lavarsi la coscienza del non aver mai fatto nulla di concreto per sconfiggere il malaffare. La città di Messina non merita di subire queste umiliazioni soprattutto oggi che ha dimostrato di essere stata compatta nel rispetto delle regole”.

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