La leggenda del rock catanese al Retronouveau

 

 

Negli anni ’90, il rock in Italia è catanese. Se ne accorgono anche oltreoceano, e pure nella perfida Albione, solitamente nazionalista al limite del paradossale. Fortunatamente, il mai troppo rimpianto DJ della Bbc John Peel ha le antenne lunghe, e si accorge dei quattro fragorosissimi membri degli Uzeda, non più teenager e assolutamente privi del phisique du role, ma che quando imbracciavano gli strumenti radevano al suolo muri di cemento armato. Con Waters fresco di stampa, ed un noise rock non troppo dissimile da quello degli americani Jesus Lizard e Shellac-Big Black-Rapeman, i quattro volano a Londra, ospiti del DJ (unica band italiana insieme alla PFM), per registrare una delle sue celebri Sessions: l’equivalente della laurea con bacio accademico per qualsiasi rock band che si rispetti. I catanesi non solo non sfigurano, ma devastano tutto e tutti, lasciando a bocca aperta il buon vecchio Peel, che da quegli studi ha visto passare letteralmente chiunque. Il disco che ne viene fuori, di sette tracce, è un tripudio di epilessie ritmiche fornite da basso e batteria ed un concentrato di violenza chitarristica garantito da Giovanni Nicosia e da un Agostino Tilotta in stato di grazia, sul quale si stagliano, ben affondate nel mix, le urla nevrotiche di sua moglie, Giovanna Cacciola. Il disco fa il giro del mondo, e finisce nelle mani di Steve Albini, che in quei giorni era dietro il mixer a girar manopole per i Nirvana che stavano registrando In Utero...

A distanza di quasi vent’anni da quello storico evento, gli Uzeda tornano questa sera ad esibirsi in riva allo Stretto, sul palco del Retronouveau, per riproporre dal vivo il sound noise e travolgente che ha segnato una delle pagine più indimenticabili del rock in salsa sicula.

Ingresso 8 euro direttamente al botteghino la sera del concerto. A seguire dj-set a cura di Davide Patania.

 

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