“Messina”, Roberto Vecchioni
“Sarebbe come una mattina/svegliarsi ed essere a Messina /città ch’è degna d’ogni stima/ma che vuoi che ci faccia io a Messina?”.
Sarebbe bello immaginare la faccia di chi, messinese, nel 1973 torna a casa bello gongolante con sotto il braccio l’ultimo trentatrè giri di Roberto Vecchioni, lo piazza sul piatto, accende l’amplificatore, mette la puntina sui solchi del secondo brano del lato B del disco (quanti riti andati persi oggi…), e magari s’aspetta che il cantautore milanese magnifichi le bellezze della città, dallo Stretto ai due laghi, dalla focaccia alla mezza con panna, dalle fontane del Montorsoli all’Antonello e al Caravaggio custoditi nel museo.
E invece si ritrova ad ascoltare di un usuraio dal naso storto che chiede pietà e passaporto, di cercare appigli con le mani dopo aver scalato sette piani, e quella netta presa di distanza dalla città. Una delusione mortale.
Che avrebbe suscitato talmente tante trombonate e indignazioni gratuite da dover far mettere a Vecchioni stesso le mani avanti, scrivendo nelle note del disco “Mettiamo in chiaro che non ho niente contro Messina: nella canzone omonima è rappresentato quel senso d’insicurezza, quel sentirsi fuori posto che molti proverebbero svegliandosi all’improvviso in un luogo estraneo, contrario alle proprie abitudini. Così come Messina avrei potuto dire Sidney o New York”. Però ha scelto Messina. C’è di che essere orgogliosi. Forse.
Manca la più famosa…”Giulietta” di Mango in cui si parla di una “Giulietta messinese”.
Vi segnalo la più recente “Lights of Taormina” dal disco “Tracker” del grande Mark Knopfler, nella quale c’è spazio per celebrare “i suoi baci dolci, come il vino rosso che portano da Messina”.
Un picco gioiellino, forse un esercizio di stile, in cui il vero punto è celebrare il fascino senza tempo di quel nostro angolo di terra e di paradiso, ahimè così mal custodito.
E c’è anche Silvestri con Monetine: “Una monetina per la Cina, una per il ponte sullo stretto di Messina, sperando che il calore della terra siciliana possa sciogliere la nebbia fissa in Val Padana”
Per me il bar era il Correnti e la Lei Mafalda Correnti che se non mi ricordo male c’entrava con qualcuno dei componenti della band
Ma i Kunsertu? Il cui autore fra cui Mokarta é messinese?