MESSINA. Finisce a carte bollate e visite alla caserma dei Carabinieri la vicenda che ha visto protagonisti a Piazza del Popolo il sindaco Cateno De Luca e il commissario dei vigili urbani Giovanni Giardina, denunciati da due esponenti del circolo Pickwick dopo i fatti di domenica scorsa (qui il link all’articolo), quando il primo cittadino ha eseguito un blitz a Piazza Lo Sardo ordinando alla Polizia Municipale di sequestrare i libri su una bancarella perché, sosteneva il sindaco, non autorizzata ad occupare il suolo pubblico. Mentre il primo cittadino ha annunciato che sarebbe arrivata una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale, due membri del circolo Pickwick hanno invece concretizzato la querela contro De Luca e Giardina.

Renato Ciraolo e Carlo Callegari si sono recati il giorno stesso, domenica 31 ottobre, dai Carabinieri, raccontando la loro versione dei fatti, corredando il tutto con foto e testimonianze. Sulla base di cosa stava avvenendo il sequestro (poi non portato a termine)? Il primo cittadino e il comandante della sezione Annona dei vigili urbani si sono avvalsi dell’articolo 20 del Codice della strada, spiegano nella denunciano i due esponenti del circolo, il quale (riassunto in pochissime parole) disciplina l’occupazione delle strade e dei marciapiedi. Il sindaco non riteneva che il circolo potesse sostare lì in assenza di autorizzazione, e quindi aveva ordinato a Giardina di sequestrare la merce con l’accusa di occupazione abusiva di suolo pubblico.

«Il comandante Giardina – si legge nella denuncia – con un eccesso d’ira ha iniziato a buttare per aria tutti i libri ricevendo da parte del sottoscritto, Renato Ciraolo, l’accusa di abuso di atto d’ufficio […]. Precisiamo che la nostra associazione non ritiene di aver bisogno di nessuna autorizzazione comunale perché esercitiamo diritti di libertà garantiti dalla Costituzione e dunque obbiettiamo l’interpretazione fatta dal personale della Polizia municipale dell’art. 20 del Codice della strada in quanto la nostra attività non rientra in quell’articolo».

A dare forza alla tesi del circolo, è anche l’avvicendamento dei fatti risalenti a qualche mese prima. Domenica, infatti, non è stata la prima volta che i membri di Pickwick si sono trovati a tu per tu con la Polizia Municipale: il 16 maggio 2021 erano stati sfrattati (qui l’articolo) dalla piazza. Il circolo, dopo la vicenda, ha colto l’occasione per rivendicare quei diritti di «libri, cultura, lavoro, relazioni, diritti di libertà non ottriati e, va da sé, non assoggettabili ad autorizzazione di alcuna specie», avevano scritto in una lettera aperta all’epoca dei fatti. Aveva inoltre annunciato che non avrebbero smesso di trattare libri usati, «rigettando l’accusa occupazione di suolo pubblico. Infatti, non abbiamo occupato né occuperemo la sede stradale […], perché avendo occupato suolo pubblico non per interesse privato ma di tutti e a danno di nessuno, la nostra risulta occupazione pubblica di suolo pubblico».

La vicenda si era conclusa (evidentemente solo temporaneamente) con un incontro tra il circolo e i vigili urbani che, raccontano CIraolo e Callegari, «ci avevano consigliato di metterci in regola e chiarire tutti gli aspetti “con la politica”. Avevamo fatto tutti i passaggi per non avere problemi di alcun tipo». Così c’è stato un dialogo con una funzionaria del Comune di Messina, come è stato evidenziato anche sulla denuncia, e «quest’ultima affermava che l’attività da noi svolta a Piazza del Popolo, essendo qualificata come rigatterie, non è da sottoporsi agli obblighi fiscali».

Chiuso questo punto, rimane come unica questione in sospeso l’interpretazione dell’articolo 20 del codice della strada: «Per risolvere questo problema – spiega la denuncia – abbiamo tentato di metterci in contatto con l’assessore del Comune di Messina Dafne Musolino, senza aver mai ricevuto risposta». Cosa c’era scritto nella mail inviata all’assessora a giungo 2021? Veniva spiegata l’iniziativa, il suo fine (tra i quali quello di «reagire ai colpi della pandemia con la lettura») e l’attitudine del circolo, con particolare riferimento ai servizi che offre: «Col riuso fornisce un servizio all’ambiente, con un modesto compenso procura un sollievo economico, con la rinnovata circolazione dei libri offre un contributo culturale».

«La richiesta dell’incontro con l’amministrazione evidenzia proprio come avevamo fatto di tutto per non avere problemi. Inoltre, testimonia che ci conoscono, mentre il sindaco, quando era arrivato domenica, aveva chiesto all’assessore Musolino chi fossimo, con la consequenziale risposta data che ci ha definito “attività commerciale” – hanno spiegato dal circolo Pickwick, interpellati telefonicamente – De Luca dice che tutto quello che c’è sul territorio deve passare da lui. È una concezione autoritaria. Dice di avvalersi di leggi, ma non ha capito che già dopo Norimberga i concetti di legalità e legittimità sono stati differenziati. I diritti costituzionali sono percettivi, ma lui è rimasto ad un vecchio concetto di costituzionalità – sostengono – Ora ci definisce addirittura mafiosi e malfattori che non vogliono pagare le tasse, e poi ci invita a tornare in piazza domenica. Noi lo faremo. Saremo lì. E abbiamo intenzione di scrivere anche al Prefetto su questa vicenda».

Dall’altra parte, c’è la versione dell’Amministrazione, con l’assessora Dafne Musolino che in primis tiene a precisare che la mail non è stata mandata a lei, ma al suo segretario, «quindi a cosa dovevo rispondere?», aggiungendo poi che «anche il baratto è una forma di commercio, solo che non prevede moneta. Si tratta però comunque di uno scambio di beni che hanno valore economico e questo tipo di commercio nel comune di Messina è consentito solo nello spazio del mercatino delle pulci».

Mercatino delle pulci che è però stato chiuso dall’amministrazione comunale per problemi di ordine pubblico e igienico sanitari (qui la vicenda). Se si vuole esercitare questo tipo di attività fuori dalla zona prevista dall’amministrazione comunale, spiega l’assessora, bisogna che si rispettino le leggi fiscali, «anche perché non è vero che si tratta di uno scambio: anche per solo un euro c’è un giro di denaro e quindi ci sono delle regole. E se anche volessero esercitarla comunque, bisogna fare domanda al dipartimento, non all’assessore».

Poi, la Musolino attacca il componente del circolo con cui ci sono stati i diverbi domenica mattina: «Il signore ammette di non essere il rappresentante legale dell’associazione, che non è nemmeno registrata. Prima di ragionare, gli è stato spiegato di andare alla camera del commercio per registrarsi e farsi assegnare un codice fiscale. Non è possibile esercitare un’attività senza regole».

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