La tanto attesa verifica della Commissione antimafia di Rosy Bindi ad un mese dal risultato elettorale è arrivata a conclusione. Sei impresentabili in Sicilia per un’indagine che si è fermata alla data del 16 ottobre, i procedimenti successivi a carico di candidati o eletti sono, quindi, stati esclusi (è il caso a Messina di Luigi Genovese, adesso indagato assieme al padre). Il primo della lista dei sei siciliani impresentabili è Cateno De Luca, il cui arresto per evasione fiscale (poi annullato dal Tdl) e la prescrizione per sacco edilizio (e assoluzione per due degli 8 capi di imputazione), sono esclusi dalle indagini condotte dall’Antimafia.

Per questo l’avvocato Carlo Taormina torna a tuonare in una nota: “Relativamente a notizie pubblicate su alcuni organi di stampa nelle quali emergerebbe la possibilità che il deputato Cateno De Luca sia tra i sei politici ‘impresentabili’ secondo la Commissione Antimafia, il legale del deputato regionale dell’Udc -Sicilia Vera Carlo Taormina spiega: “E’ difficile comprendere in base a quale disposizione una Commissione Antimafia possa certificare l’impresentabilità di cittadini ad una competizione elettorale quando sotto nessun profilo emergano coinvolgimenti in fatti di mafia, come nel caso di Cateno De Luca. Va, anzi, aggiunto che non emerge dalla legislazione l’attribuzione di poteri di inclusione tra gli impresentabili nemmeno per i mafiosi per i quali farebbe bene il legislatore a prevedere, tra le misure di prevenzione, il divieto di voto. Fino a quando ciò non si verificherà, anche i coinvolti in fatti di mafia hanno diritto di voto e quindi sono elettorato passivo. La verità è che sono impresentabili tutti coloro che per espressa previsione di legge sono incandidabili e questo dimostra l’ abusività racchiusa nella categoria degli impresentabili inventata dalla commissione antimafia ed impostasi per le condizioni di degrado in cui versa la classe politica, perciò incapace di reagire”.

“Cateno De Luca, per mio tramite, – prosegue il prof. Carlo Taormina – aveva diffidato la Commissione antimafia dall’includerlo nella lista degli impresentabili fornendo documentazione delle sue assoluzioni e i proscioglimenti rispetto al processo cui era sottoposto da sei anni, nonché i provvedimenti di totale annullamento delle misure cautelari di arresto e di sequestro dei beni, da parte prima del giudice delle indagini preliminari e poi del Tribunale della Libertà, entrambi a distanza di quattro giorni dal suo arresto eseguito due giorni dopo la sua elezione a deputato regionale. La qualificazione di De Luca come impresentabile è gravemente lesiva della sua reputazione e fonte di responsabilità non solo penali ma anche di tipo risarcitorio, ragione per la quale il deputato si rivolgerà all’autorità giudiziaria per ottenere la punizione dei colpevoli e il ristoro dei danni. De Luca chiederà alla magistratura anche la verifica dei poteri della commissione antimafia per conoscere se sia investita del potere di affibbiare qualificazioni, come quella dell’impresentabilità ai cittadini che sono regolamentati da una Costituzione fondata sulla presunzione di innocenza e da una normativa che stabilisce tassativamente i presupposti per presentarsi o meno ad una competizione elettorale”.

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