MESSINA. Cateno De Luca non ritirerà le sue dimissioni, e dalle 23.59 di mercoledi 3 febbraio non sarà più sindaco di Messina. Lo ha annunciato in un video, più o meno alle dieci di ieri sera, annunciando con tono grave che “chi poteva avere un minimo di speranza che io potessi strappare le mie dimissioni, con l’atto di questa sera se c’era ancora l’1% che mi portava per senso di responsabilità in questo momento a non abbandonare la città”, da domani non l’avrà più.

“Se dimissioni saranno non vorrà dire ritiro, ma far fuori politicamente questo consiglio comunale”, ha tuonato precedentemente De Luca, accusando i consiglieri di “non avere le palle per farmi una mozione di sfiducia”.

Ad accendere la miccia è stato il rinvio a martedi mattina della seduta di consiglio comunale che dovrà approvare il bilancio di previsione 2021, per via dei circa 15 emendamenti presentati da altrettanti consiglieri, e per il tempo necessario per analizzarli e apporre parere di regolarità tecnico-contabile. “Inammissibili”, li ha bollati De Luca, specificando poi che “stavamo apponendo i pareri”.

A chiedere il rinvio sono stati i capigruppo Gaetano Gennaro (Pd) Andrea Argento (M5S), Nino Interdonato (Sicilia Futura), Dino Bramanti (Lega), Giandomenico La Fauci (Ora Messina), Biagio Bonfiglio (LiberaMe), Giovanbattista Caruso.

De Luca poi lancia accuse molto forti all’indirizzo dei consiglieri, parlando di “raccomandazioni per il parente stretto per il concorso in Polizia”, e “la figlia da sistemare”, senza fornire indicazioni su chi, come e quando.

Tra le ragioni che il sindaco dimissionario ha addotto per la fretta di approvare il bilancio, oltre al fatto che il documento era stato a disposizione dei consiglieri da prima di natale (sotto forma di vademecum, non di documento che è oggetto di delibera), c’è quello di non poter procedere col rinnovo dei “ristori”: la family card, le esenzioni ztl, i contributi alle aziende, i rimborsi acqua e luce. Molti di questi, in realtà (la quasi totalità) provengono da risorse “extrabilancio”.

Ad una domanda precisa del consigliere Salvatore Sorbello sul fatto che fosse necessario inserire i ristori nel previsionale, poi, il ragioniere generale Antonino Cama ha risposto “Teoricamente una delibera a parte poteva essere fatta, ma le somme devono essere iscritte nei conti come le altre. Si doveva fare prima però, ora non possono più essere a parte”.

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Felice
Felice
30 Gennaio 2021 8:27

Ma voi ci credete davvero???

Roy
Roy
30 Gennaio 2021 8:53
Reply to  Felice

Ci speriamo più che altro.

Felice
Felice
30 Gennaio 2021 12:42
Reply to  Roy

Posso capire la speranza. Ma razionalmente non ci credo nemmeno se lo vedo.

messinese stanco
messinese stanco
30 Gennaio 2021 12:20

Io finché non vedo non credo. Ormai non mi fido più

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