MESSINA. La notizia è di quelle che potrebbe far saltare il banco. La Cassazione, qualche giorno fa, ha pronunciato una sentenza rivoluzionaria, che abbatte una delle tasse più esose in caso di disservizio. Nello specifico, la Suprema Corte ha sentenziato che se i servizi di raccolta, spazzamento e igiene ambientale, per una qualsiasi ragione, sono precari e se pertanto i cittadini non godono di un ambiente ecologicamente sostenibile, essi non possono essere obbligati dal Comune a pagare la tassa nella misura intera ma la tassa sui rifiuti (la Tarsu, nel caso esaminato dai giudici di legittimità), va ridotta del 40%.

Facendo i conti in tasca al comune di Messina, che ai suoi cittadini fa pagare 44 milioni di euro di Tasi, la riduzione del 40% la porterebbe a 26,4 milioni di euro. Un disastro per l’azienda che si occupa di rifiuti (Messinambiente, ma tra un mese dovrebbe essere sostituita da MessinaServizi Bene Comune), che solo di stipendi paga oltre trenta milioni di euro all’anno: Un cifra vicina all’80%, secondo l’ex commissario liquidatore Alessio Ciacci.

Per questo il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha fortemente criticato la pronuncia della Cassazione: “A causa dell’evasione i servizi vanno in crisi, a causa dei disservizi si riducono le entrate, le minori entrate aggravano ancora di più la qualità dei servizi”, ha spiegato.

Perchè nella sentenza si parla di Tarsu, nonostante la tassa sui rifiuti sia stata sostituita nel 2014 dalla Tari (e prima dalla Tia e dalla Tares? Perchè la Cassazione ha accolto il ricorso di un albergo di Napoli, l’hotel Britannique di Napoli, presentato anni fa al quale era stata negata la riduzione perché il Comune non aveva colpa “delle note disfunzioni”. La Cassazione ha deciso in maniera diversa, argomentando che “non prevedibilità” e “non prevenibilità” delle emergenze rifiuti (come si era difeso il comune di Napoli) , erano “estranee alle fattispecie che danno titolo alla riduzione della tassa”.

 

La Tari (tassa rifiuti) ha sostituito, a decorrere dal 1° gennaio 2014, la Tarsu (Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani), e successivamente Tia e Tares. La Tari è una tassa che deve finanziare tutti i costi che sono legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. L’intero servizio, quindi, è pagato direttamente dai cittadini. Il ciclo dei rifiuti a Messina costa oggi 44 milioni. Tutti (quasi) pagati per intero dagli stessi messinesi

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