“Anas ha avuto 50 milioni sei mesi fa e non ha avviato ancora nulla”, lo denuncia subito l’assessore alle infrastrutture e mobilità, Marco Falcone, in visita per la prima volta stamattina alla sede del Consorzio autostrade siciliane a Messina. E chiarisce la posizione del nuovo gonverno sulla fusione di fusione tra Cas e Anas, che era stata all’ordine del giorno all’Ars nell’ultimo anno, senza mai arrivare ad un esito: “L’Anas deve dimostrare di essere all’altezza del compito, ma non ha dimostrato un bel nulla – ha sottolineato Falcone -. Sono stato fino all’altro ieri con il dirigente regionale, e l’Anas deve sistemare le strade di cui ha competenza, ha ricevuto dal governo precedente 50 milioni di euro per le progettazioni, abbiamo chiesto a distanza di sei mesi quali progetti avesse già formulato: ancora nessuno. Unire due enti in difficoltà è come creare una terza difficoltà.

L’ipotesi fusione sarà dunque rivalutata tra sei mesi: “Prima Anas ci dimostra in questi se mesi cos’è capace di fare – ha aggiunto l’assessore alle infrastrutture – dopodiché in questi mesi noi riteniamo di rimettere in movimento il Cas e poi valuteremo se ci sono le condizioni per fare una importante società di gestione la seconda nazionale di gestione autostrade”.

Ma rimettere in movimento il Cas, non sarà facile: “Dobbiamo rafforzare il Consorzio – ha spiegato Falcone -, anche individuare con dei bandi progettisti, liberi professionisti: dare incarichi non è un crimine, anzi, se fatto con trasparenza e legalità, rappresenta un motivo in più per rafforzare un ente in difficoltà e fare lavorare giovani risorse che purtroppo altrimenti vanno via, tutto nell’interesse supremo che è quello generale”.

Ma per la frana di Letojanni si dovrà ancora attendere: “Qua si vede tutta la fragilità di questo ente, abbiamo fatto i necessari solleciti, è stato mandato il progetto finalmente al provveditorato ai lavori pubblici, aspettiamo tra 15 giorni l’approvazione e nel giro di un mese circa poterlo mandare in gara”.

Riavviare subito la manutenzione ordinaria e straordinaria, questa è la priorità per l’assessore di Musumeci, ma è proprio la differenza tra ordinario e straordinario ad essere oggetto dell’inchiesta che ha travolto il Consorzio (57 indagati per i rimborsi gonfiati): “Se nel passato questo consorzio si è distinto per fatti non meritevoli di plauso, noi lavoriamo perché si possa contraddistinguere per restituire quella dignità e quel prestigio che chiedono i siciliani alla Sicilia. Dobbiamo lavorare perché mi sembra l’Abc, se lo fosse stato il governo Musumeci non sarebbe qui, il presidente è stato votato perché i siciliani chiedono efficienza della pubblica amministrazione”.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments