MESSINA. L’Unione degli Universitari di Messina scende in piazza per dire ‘no’ al caro studio, al caro affitti e alla carenza di posti letto pubblici. La mobilitazione del sindacato studentesco si è svolta ieri davanti al Rettorato con tanto di tende e valigie, “perché, a queste condizioni, siamo costretti alla fuga, alla ricerca di condizioni di studio e di vita migliori”, spiegano gli universitari, ribadendo la volontà di costruirsi un futuro qui: una volontà che tuttavia ” si scontra con gli ostacoli che dobbiamo affrontare durante il nostro percorso di studio e di vita in questa città e in questo Paese”.

«L’anno accademico è cominciato e i nodi vengono al pettine. Si inizia senza nessun posto letto in più rispetto all’anno precedente nella nostra città “universitaria”. La Missione 4 del PNRR, che doveva investire sull’istruzione e sugli alloggi per universitari è quella che ha fatto discutere di più. Il Piano prevede un finanziamento di 960 milioni mirati per realizzare 60mila posti letto per studenti entro il 2026, l’obiettivo era quello di realizzare i primi 7.500 posti aggiuntivi entro il 2022. Non dimentichiamo le parole della Presidente Meloni che ha attaccato gli studenti fuorisede, definendo chi stava difendendo i loro diritti “italiani che odiano l’Italia e gli italiani”. La lettera, che ha turbato la Presidente del Consiglio, che l’UDU, insieme alla CGIL, aveva inviato alla Commissione Europea denunciava come ci fossero delle gravi irregolarità sul numero di posti che il governo diceva di aver realizzato (8.581), che era un numero semplicemente falso.Il MUR conteggiava posti letto già esistenti – e quindi non aggiuntivi – dando fondi a PNRR a privati pronti a fare cassa sulle spalle degli studenti, ma purtroppo le criticità non sono solo con i privati», spiegano in una nota, per poi affrontare nello specifico la situazione in città.

«Il Rettore Salvatore Cuzzocrea e Presidente della CRUI  è finito più volte su tutti i giornali vantandosi dei progetti virtuosi dell’Ateneo messinese.
Secondo i progetti dell’Università di Messina infatti, dovrebbero arrivare nuovi 102 posti letto entro l’anno accademico 2023-2024 (appena iniziato) all’Hotel Liberty, finanziato con fondi PNRR e altri 100 posti all’Hotel Riviera per l’anno a.a. 2024-2025. Il Rettore aveva poi dichiarato 200 nuovi posti per il policlinico universitario di cui non abbiamo notizie. Denunciamo con forza alla comunità accademica, agli studenti e alle famiglie che non risulta che questi posti saranno riservati agli aventi diritto, per intenderci: quei posti dovrebbero andare a coloro che fanno richiesta e hanno bisogno di quel posto letto gratuito per vedere realizzato a pieno il loro diritto allo studio. I nuovi posti dovrebbero essere riservati per gli aventi diritto della graduatoria pubblica che l’ERSU produce ogni anno e assegnare i nuovi posti a chi ne ha diritto! Il dubbio che il Rettore voglia improvvisarsi imprenditore, facendo cassa anche lui, sulle nostre spalle, sorge e purtroppo risulta essere più di un dubbio».

«Infatti a febbraio 2023 – prosegue il comunicato – UNIME viene ammessa per il cofinanziamento PNRR, che rientra nella missione 4.
L’Università di Messina chiede all’ERSU di Messina le sue graduatorie relative all’anno 2022-2023 per ottenere il finanziamento dell’Hotel Liberty.
Tant’è che l’ERSU le fornisce e nella redazione del piano programma per il triennio 2023-2025 inserisce i 102 posti del Liberty promessi dal Rettore. A Giugno 2023 l’ERSU, tramite il suo ufficio borse di studio, chiede alla dirigente competente dell’Università notizie sul numero di posti effettivi presso l’Hotel Liberty, da inserire nel bando ERSU 2023-2024 come programmato. Durante l’estate arriva la risposta: l’Università di Messina comunica che i posti letto delle residenze sotto la disponibilità dell’Ateneo non costituiranno oggetto del bando per il diritto allo studio».

«Ma come?” – chiede il Coordinatore dell’UDU Messina Damiano Di Giovanni – Quei fondi del PNRR non dovevano servire per la Next Generation EU? Ci eravamo illusi che finalmente qualcuno stesse investendo su ciò che ci serve, ma purtroppo migliaia di studenti rimarranno senza il loro diritto ad avere una stanza, a meno che, ovviamente, non siano disposti, chissà, forse a pagare un affitto, secondo noi, illecito”.

«Su questa vicenda serve trasparenza e chiarezza, non è accettabile lucrare sulle spalle di chi ha bisogno di un posto alloggio pubblico», aggiunge la segretaria dell’FLC CGIL Messina Patrizia Donato.

Nel frattempo prosegue l’indagine nazionale, condotta da UDU, CGIL E SUNIA sulla condizione abitativa degli studenti universitari, che sarà presentata ad Ottobre. «Non vogliamo che vengano ignorati ancora anche i 220 posti fantasma della Casa dello studente di via Cesare Battisti, chiusa da troppi anni. Serve un serio investimento della Regione Siciliana affinché venga riaperta entro l’anno prossimo», dichiara Damiano Di Giovanni.  «Vogliamo risposte e chiarezza sulla destinazione dei nuovi posti alloggio, che sono uno dei grandi problemi degli studenti fuorisede: studiare nel nostro Paese è sempre più un privilegio e noi non ci fermeremo finché non ci verranno date delle risposte serie».

«Posti letto, borse di studio, affitti, mense, trasporti, supporto psicologico e assistenza sanitaria gratuita per i fuorisede sono i bisogni della nostra generazione. Crediamo nell’Università pubblica e per tutti, un’idea che a quanto pare si scontra con quella del Rettore e del Governo, noi continueremo a mobilitarci quest’autunno per portare avanti la nostra idea di diritto allo studio e di Università», conclude il sindacato.

 

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Messinese stanco
Messinese stanco
28 Settembre 2023 8:59

Ma il sindaco in tutto questo dove sta? A farsi le foto?