Abitare stanca. La casa: un racconto politico

(Sarah Gainsforth; effequ, 2022)

Chi abita in affitto, la fascia di popolazione più povera, ha sempre meno scelta. In un mercato del lavoro mutato profondamente, un esercito di giovani, studenti e lavoratori precari è oggi intrappolato in una spirale di povertà. La casa rappresenta sempre di più un motivo di profondo malessere psicologico. È la casa stessa ad essere al centro di un conflitto insanabile: spazio della vita e della riproduzione sociale, la casa è la condizione per abitare il mondo. Ma è anche, sempre di più, una merce. I costi sociali di questa nuova crisi, che saranno pagati dalle generazioni future, saranno molto alti senza un’inversione di tendenza a partire da un bene fondamentale per la vita.

Per chi sogna una casa nuova, una casa più grande, una casa di proprietà: leggendo questo libro vi alleggerite dal peso della colpevolezza di essere incapaci. La “questione casa” purtroppo va molto oltre “noi”.

 


Oltre la periferia della pelle. Ripensare, ricostruire e rivendicare il corpo nel capitalismo contemporaneo

(Silvia Federici; D editore, 2023)

Mai come oggi, “il corpo” è al centro della politica radicale e istituzionale. Movimenti femministi, antirazzisti, trans, ecologisti: tutti guardano al corpo come terreno di confronto con lo Stato e veicolo di pratiche sociali trasformative. Allo stesso tempo, il corpo è diventato un significante per la crisi riproduttiva generata dalla svolta neoliberista nello sviluppo capitalista e per l’impennata internazionale della repressione istituzionale e della violenza pubblica. In Oltre la periferia della pelle, Silvia Federici, attivista per tutta la vita e autrice di bestseller, esamina questi complessi processi, collocandoli nel contesto della storia della trasformazione capitalista del corpo in macchina-lavoro, ampliando uno dei temi principali del suo primo libro, Calibano e la strega. In questo processo affronta alcune delle questioni più importanti per i progetti politici radicali contemporanei.

Cosa significa oggi “il corpo” come categoria di azione sociale/politica? Quali sono i processi, istituzionali o antisistemici, da cui è costituito? Come smantellare gli strumenti con cui i nostri corpi sono stati “chiusi” e rivendicare collettivamente la nostra capacità di governarli?

 


 

I corpi astinenti. Il sesso tra imposizione sociale e libertà

(Emmanuelle Richard; Tlon, 2022)

Chi nella vita non ha mai vissuto un periodo lontano dal sesso? Si tratta di un’esperienza diffusa e molteplice, ma che difficilmente affiora alla parola, silenziata e marginalizzata dalla dittatura del godimento che domina la nostra società. La narratrice, scrivendo a partire dal proprio vissuto, esplora questo argomento tabù raccogliendo le testimonianze delle astinenze altrui: subìte, scelte, mutevoli, malinconiche, salvifiche.

Da leggere perché “I corpi astinenti” è un libro intimo e corale che decostruisce la vergogna e gli stereotipi associati all’assenza di sesso, raccontando con delicatezza presenze e assenze comuni a ognuno di noi.

 


Il punto G dell’uomo

(Franco La Cecla; Milieu, 2021)

Nell’epoca del me-too, il tema del desiderio maschile è ammantato di negatività. Sembra che gli uomini, a differenza delle donne, non sappiano desiderare nel modo giusto. Non solo sono affetti da una brama incapace di accorgersi del desiderio e del piacere femminile, ma in più non sono capaci di desiderare in un modo che possa realmente far loro raggiungere il piacere. Gli uomini quando desiderano sono delle bestie incapaci di godere, e il punto G sta lì a ricordare loro che non conoscono la propria sessualità e come renderla davvero completa. Questa situazione, a cui si contrappone il desiderio femminile, giusto, politicamente corretto, sacralizzato in ogni sua manifestazione, fa sì che nella sua immoralità il desiderio maschile rappresenti oggi quello stato di profanazione, amoralità e infrazione considerato da sempre il vero paese del desiderio. Un desiderio reso utile e asservito alla politica e alla morale è una condanna della forza dirompente e della verità di noi stessi che esso rappresenta.

Da leggere perché La Cecla occupandosi da antropologo del desiderio maschile, scopre che nella sua “inguaribile” oscenità c’è qualcosa da recuperare, se vogliamo davvero ridare alla relazione uomo-donna e alla relazione tra desiderio e realtà la dignità fondante che spetta loro.

 


 

Una casa è un corpo

(Swruty Swamy; Racconti, 2022)

Una casa è un corpo” è l’esordio letterario di Shruti Swamy, dodici racconti per dodici corpi: quelli dei personaggi – perlopiù femminili – attraversati dallo spazio e dal tempo che abitano. Il corpo che è contenuto e contenitore dell’esistenza, superficie su cui si consumano trasformazioni e scoperte: è istinto materno; è desiderio sessuale; è dolore, fisico e psicologico. Le pagine sospendono il lettore tra la magia della tradizione indiana e il feroce realismo del contemporaneo americano e, in questa singolare compenetrazione di onirico e verosimile, si giocano i racconti, sull’orlo fra la vita e la morte, eros e thanatos, dimensione mitica e realistica: dai fantastici incontri con un Krishna in versione celebrity, alle bottiglie di vodka tracannate con avidità e disperazione; dai riti nuziali di matrimoni combinati, a miseri rapporti sessuali consumati a tradimento mille miglia lontano da casa. Racconto dopo racconto, si definisce sempre più un’unica vertigine metaforica: una minaccia dai contorni sfocati incombe; una figlia ammalata, un padre assente, una luce fumosa che penetra in cucina durante la prima colazione – una madre che si trova a fronteggiare l’arrivo di un incendio che da innocuo e lontano si fa via via più minaccioso, fino alla necessaria evacuazione

Da leggere per scoprire la delicatezza della letteratura indiana contemporanea e riflettere su una dimensione molto intima del corpo.

 

 

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