MESSINA. “E comu finiu? Ma come ‘i poteri forti’ , i clan ‘politico-mafiosi’ che sostenevano il Potere centrale… che fine hanno fatto? Battuti? Collaboranti? La verità è una sola: il sacro rispetto della Legge! E delle tutele di qualsiasi lavoratore dipendente: dal centralinista al Dirigente in capo di una Azienda”. Così, in un post Facebook, interviene il leader di Sicilia Futura Beppe Picciolo dopo la decisione di iniziate le procedure per la decadenzadel direttore generale dell’Asp di Messina, Paolo La Paglia, non risparmiando frecciatine al sindaco di Messina Cateno De Luca, che più volte ne aveva chiesto la rimozione in dirette infuocate, scagliandosi contro la Regione per non aver ottemperato immediatamente alla sua richiesta e minacciando anche di dimettersi (minaccia non portata a termine).

La Regione Siciliana, invece, aveva nominato un commissario ad acta per l’emergenza Coronavirus, Maria Grazia Furnari, che nell’arco di un mese ha verificato quanto eseguito dall’ormai ex manager dell’Azienda, rapportando all’assessorato regionale alla Salute.

“Così è stato, come avevo già pubblicamente pronosticato da oltre due mesi – continua Picciolo – Errori tanti, troppi, vergognosi e non scusabili! Ma le responsabilità vanno prima accertate secondo Legge e si ha sempre diritto ad un contraddittorio. La città deve sapere chi ha sbagliato e dove ha sbagliato e chi pagherà poi tutto ciò!”

Per fare questo non bastano gli show e non serve la pubblica lapidazione – conclude, in riferimento al primo cittadino messinese – Servono i tribunali del Lavoro e la Magistratura. Con i tempi che purtroppo troppo spesso sono quelli che sono per le carenze degli organici. Ma anche su questo il Presidente Mario Draghi ha detto di voler mettere mano. Senza proclami ma con serietà. Ecco cosa serve alla Politica: serietà e rispetto delle regole e della dignità altrui. Spero che da adesso in avanti parlino solo i fatti!”

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