Municipio, Palazzo Zanca

 

 

MESSINA. Fa discutere la scadenza (avvenuta oggi) del protocollo d’intesa fra Comune, Asp e Istituto Don Orione per la cura e l’assistenza dei disabili gravi ospiti nella struttura, gestita da oltre 30 anni dalla cooperativa Faro ’85 (ad occuparsene sarà adesso la Messina Social City).

«Il triste epilogo della delicatissima vicenda del Don Orione che da domani non potrà praticamente più contare sui circa 55 operatori della cooperativa Faro 85, rappresenta un esempio di autentica schizofrenia politica di questa Amministrazione che, solo qualche settimana fa, aveva dato ampie garanzie su ogni fronte, mentre adesso infligge il colpo di grazia a una categoria di lavoratori rivelatisi da sempre autentici “angeli” per i disabili gravi e gravissimi dell’Istituto». Così il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’italia, che dopo aver presentato una interrogazione il 14 dicembre scorso sulla paventata scadenza (proprio nella giornata di oggi) del protocollo d’intesa e ottenuto una ‘rassicurante’ seduta della Commissione servizi sociali svoltasi il 25 febbraio scorso, stigmatizza la scelta dell’Amministrazione De Luca di non rinnovare più la convenzione “affidando improvvisamente alla Messina social city l’onere del delicatissimo servizio assistenziale”.

«Come è potuto accadere – si chiede costernato Gioveni – che nel giro di qualche giorno dalla Commissione del 25 febbraio dove si era praticamente ‘brindato’ con l’assessore Calafiore per aver sancito l’accordo con l’ASP per il rinnovo del protocollo, sia tutto cambiato? Cosa ha portato realmente l’Amministrazione a rivedere la sua decisione? E ancora: Secondo quale criterio di legge o di improvvido “bon ton” si può annunciare, a sole 48 ore prima della scadenza, a decine di lavoratori che devono lasciare il servizio?» prosegue nelle sue domande il consigliere.

«E come si può pensare che la Messina social city nel giro di qualche ora si possa organizzare col proprio personale impegnato in altre delicate incombenze per gestire un servizio così importante rivolto a decine di soggetti fragili, peraltro molti di questi ultimi abituati a vedere da 20 anni le stesse facce?».  Il capogruppo di FdI poi entra nel merito dei costi. «L’avvisaglia di quanto stava per accadere – evidenzia Gioveni – stava nell’assenza delle somme in Bilancio (che negli ultimi 3 anni erano quantificate in circa 1 milione e 400 mila euro in aggiunta ai 350.000 euro messi a disposizione dall’ ASP) per le quali in ogni caso avevo suggerito all’assessore Calafiore una urgente delibera di Variazione di Bilancio da approvare subito in Consiglio Comunale. Ma niente di tutto ciò – spiega amareggiato l’esponente di Fdi – Anzi, nemmeno la concessione di una anche minima proroga del servizio in attesa di definire meglio la nuova gestione/organizzazione. Ora, al netto della drammaticità occupazionale che investe tanti padri di famiglia della Faro 85 – si chiede ancora il consigliere comunale – come pensa Messina social city di trovare ed impiegare all’improvviso decine di operatori qualificati? E soprattutto, se il problema sono i costi, ammesso che dal cilindro si tirino fuori questi nuovi lavoratori, sindaco e assessore ai servizi sociali pensano davvero che costi parecchio di meno all’Ente mantenere queste figure, peraltro con dei Bilanci dell’azienda speciale non ancora approvati in Consiglio Comunale? E infine, fatto non da poco, vista la rigida e legittima presa di posizione dei titolari religiosi del Don Orione che non sembrano voler far accedere personale diverso da quello della Faro 85 all’interno dell’Istituto, in quale struttura pensa l’Amministrazione di poter portare in poche ore questi soggetti fragilissimi? Insomma – conclude Gioveni – una pagina triste si sta per consumare proprio in questa settimana santa in cui i valori della solidarietà e dell’amore verso i più deboli dovrebbero ispirare ancora di più chi ha in mano non solo il futuro di 55 famiglie, ma anche e soprattutto la serenità di circa 40 “persone speciali” che di certo, anche sforzandosi, non potrebbero mai spiegarsi il perché di tutto quanto sta sconsolatamente accadendo».

A intervenire sulla vicenda anche il M5s, che in un’interrogazione presentata da Giuseppe Fusco chiedono al sindaco Cateno De Luca e all’assessore Alessandra Calafiore di conoscere i motivi del mancato rinnovo «malgrado le “dichiarazioni trionfali” da parte dell’Amministrazione, per di più con un preavviso di appena due giorni».

«Oggi viene a scadere il protocollo d’intesa tra il Comune di Messina e l’Asp, con il quale è stato affidato il servizio socio riabilitativo residenziale per disabili gravi tramite i servizi resi dalla società Faro ’85, che sta già provvedendo con il licenziamento dei primi 56 addetti», spiega Fusco, che ricostruisce le tappe della vicenda, chiedendo spiegazioni alla Giunta “per l’improvviso dietrofront”.

«In prossimità della scadenza della convenzione, e precisamente il 25 febbraio 2021, è stata convocata un’apposita seduta della VII Commissione Consiliare per affrontare la questione. Nel corso dell’incontro, l’assessore Calafiore aveva comunicato la disponibilità da parte dell’Asp di garantire la continuità assistenziale e sanitaria svolta dal Centro riabilitativo, con i successivi ringraziamenti da parte di Padre Fiorentino, direttore dell’Istituto Don Orione, e del dottor Giacoppo, in rappresentanza della Faro ’85, soddisfatti per l’annunciato rinnovo dell’intesa. Sempre il 25 febbraio, fortemente preoccupato di eventuali intoppi  burocratici e finanziari che potessero in qualche modo ritardare la stipula della nuova convenzione, io stesso ho appositamente chiesto all’Amministrazione se sarebbe stata in grado di garantire la necessaria continuità assistenziale. Malgrado le rassicurazioni da parte dell’assessore (“Si rientrerà nei tempi e il Comune metterà le somme necessarie”), appena qualche giorno dopo, senza alcuna comunicazione preventiva e contrariamente alle disponibilità manifestate nella seduta in Aula, abbiamo invece appreso dell’improvviso cambio di rotta, con la comunicazione “dell’impossibilità di prorogare il progetto e la convenzione in virtù della quale, sino ad oggi, Asp e Comune hanno erogato all’Istituto Don Orione le somme necessarie per l’assistenza dei disabili gravi e gravissimi, ospiti della predetta struttura, manifestando l’intenzione di garantire l’assistenza socio sanitaria  in sostituzione degli operatori impiegati sino ad oggi”».

Tre in particolare i quesiti di Fusco e dei colleghi del M5s:

– conoscere i motivi per i quali l’Amministrazione ha rappresentato l’impossibilità di prorogare il progetto e la convenzione sopracitata;

– sapere con quale personale socio assistenziale l’Amministrazione garantirà l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi ospiti dell’Istituto Don Orione;

– sapere come intende intervenire al fine di garantire la continuità delle prestazioni professionali erogate dai dipendenti della Coop. Faro 85, impegnati nel settore da anni.

Non tarda ad arrivare anche la presa di posizione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, che chiedono subito un incontro tra Asp, Comune, struttura, cooperativa e sindacato.

«Senza alcun preavviso, se non di appena due giorni. Senza alcun rispetto per lavoratori storici che, in trent’anni, hanno sempre fatto il loro dovere e che adesso sono nel panico, con un grande timore per il loro futuro», scrivono Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi. «Contestiamo tutto, dalla decisione di non continuare il servizio alle modalità di comunicazione della interruzione del protocollo d’intesa avvenuta questa mattina, due giorni prima della scadenza con una lettera consegnata alle nostre Rsu. Si crea – spiegano ancora – una gravissima crisi occupazionale e sociale per almeno una novantina di lavoratori che, anche in periodo di emergenza Covid della struttura, hanno lavorato al massimo e con grandi sacrifici personali e familiari, isolandosi all’interno del Don Orione, per non interrompere le terapie e l’assistenza ai disabili ed agli anziani», concludono, chiedendo l’apertura di un immediato tavolo di confronto tra Asp, Comune, Don Orione, Cooperativa Faro ’85 e sindacati per trovare una soluzione che non penalizzi lavoratori, pazienti ed ospiti della struttura.

Sulla questione il Comune di Messina ha diffuso una nota in mattinata:

«Lo scorso 29 marzo – si legge – si è tenuta una riunione nella sede dell’ASP tra il Comune e l’Asp di Messina, alla presenza della Provincia Religiosa SS Apostoli Pietro e Paolo dell’Opera di Don Orione – Centro “Don Orione” finalizzata a programmare, nelle more che il Centro Don Orione si accrediti presso la Regione Siciliana quale struttura autorizzata per i servizi residenziali, le attività di assistenza socio-sanitaria ai disabili ospitati presso la struttura.
Nello specifico il Comune e l’ASP hanno rappresentato l’impossibilità di rinnovare e/o prorogare l’impegno finanziario assunto (giusto protocollo d’intesa del 30 marzo 2018 in scadenza al 31marzo 2021) nei confronti dell’Opera Don Orione, per lo svolgimento da parte di quest’ultima delle attività assistenziali.
Al fine di non privare i disabili della necessaria assistenza, i cui costi ad oggi sono stati sostenuti da ASP e Comune, i predetti enti hanno stabilito di fornire direttamente con proprio personale l’assistenza, previa autorizzazione dell’Opera Don Orione, richiesta oltre che nella riunione predetta, anche con nota sottoscritta congiuntamente dall’ASP e dal Comune di Messina lo scorso lunedì 29.
Ad oggi la suddetta richiesta non è stata riscontrata e gli enti sottoscrittori tenuto conto dell’imminente scadenza del 1 aprile prossimo, a tutela dei disabili gravi/gravissimi ospitati dal Centro Don Orione hanno stabilito con un atto congiunto di proseguire nell’impegno finanziario necessario sino al 30 aprile 2021».

 

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