MESSINA. Il progetto per evitare che Ganzirri si allaghi ad ogni temporale esiste, si chiama “Interventi a tutela e salvaguardia dell’habitat prioritario 1150 Lagune costiere e della biodiversità della Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro”, è stato approvato nel 2019, appaltato nel 2020, e alla fine del 2024 è arrivata anche la prima (piccola) tranche di denaro: eppure il villaggio continua ad allagarsi, i tombini a saltare, e il lago a subire la contaminazione da acque (bianche e nere), ad ogni acquazzone anche non catastrofico (come accaduto ieri, e come accade da anni). Come mai in sei anni il progetto è al 2,5% di finanziamento, e solo nel 2025 sta partendo la progettazione definitiva?
Il progetto costa tre milioni e 832mila euro, e secondo una determina del 31 dicembre 2024 sono stati liquidati 95mila al Comune: 71mila euro per la progettazione definitiva, e oltre 23 per la futura progettazione esecutiva. E dire che la faccenda era partita spedita: nel 2019 si è proceduto all’approvazione, nel 2020 alla scelta del contraente cui affidare l’incarico di progettazione, nel 2021 il contratto e le indagini ambientali e geologiche. Poi basta. E nel frattempo Ganzirri continua ad allargarsi.
Cosa prevede il progetto? La realizzazione di “opere atte al convogliamento, trattamento e recapito in pozzi drenanti delle acque meteoriche di dilavamento provenienti dalle aree antropizzate che circondano il lago”, spiega la relazione. La soluzione tecnica ritenuta più appropriata dal comune di Messina èNon la realizzazione di impianti di prima pioggia con smaltimento nel terreno attraverso dei pozzi drenanti che richiedono un minor impegno di suolo rispetto agli impianti con sistema a tubo drenante. Per rendere poi più efficiente e massimizzare la capacita sperdente dei pozzi, si è ritenuto più appropriato realizzare un impianto per ogni complesso edilizio che immette le acque sulla consolare e frazionando la sede stradale in aree omogenee per avere un’equa distribuzione delle acque superficiali, in accordo con l’andamento altimetrico della strada, stessa soluzione è stata adottata per l’abitato di Ganzirri.
Non c’è solo quello del comune di Messina: il “salva Ganzirri” è stato tirato di nuovo in ballo nel 2024 all’interno del progetto definitivo del ponte sullo Stretto. Tra le schede di progetto sottoposte a procedura di Via (valutazione d’impatto ambientale) infatti c’è quella che prevede le opere di mitigazione e compensazione ecologica. Secondo il progetto definitivo, le azioni di compensazione e mitigazione prevedono la realizzazione di un depuratore a Tono (di cui si parla da almeno vent’anni, con autorizzazione da parte della Regione Siciliana quasi due anni fa) a Puntale Quattrofave, nei pressi della foce della fiumara di Tono, del sistema fognario Torre Faro-Mortelle, ma anche di un anello di raccolta delle acque bianche intorno al lago grande a Ganzirri: quello che da almeno sei anni il comune di Messina sostiene sia in procinto di partire per evitare che ad ogni temporale nei dintorni del lago si formi… un altro lago, come puntualmente avviene. “L’intervento mira a migliorare la qualità complessiva dell’ecosistema lacustre riducendo gli attuali livelli di criticità – spiega la relazione – dal punto di vista naturalistico, l’azione prevede interventi a supporto del processo di rinaturalizzazione spontanea del lago“, si legge, senza ulteriori spiegazioni.
Tutto splendido: nel frattempo, ogni volta che piove a Ganzirri spunta il terzo lago.