MESSINA. Da una dura presa di posizione al bellicoso grido di “Io sono il Sindaco di Messina, e da Sindaco di Messina dico: Prima la città”, “Messina deve decidere per Messina”, e “Messina non può più attendere il ponte per pianificare e realizzare il proprio futuro”, seguito da cinque pagine di approfondita disamina, alla foto sorridente insieme all’amministratore delegato della Stretto di Messina Spa Pietro Ciucci, e mezza paginetta in cui il ponte sullo Stretto non viene nemmeno nominato: un assordante silenzio proprio qualche settimana prima dell’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess, e dell’annuncio (l’ultimo di una lunga serie) da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini dell’avvio dei cantieri “entro l’estate”.
In un anno, la posizione ufficiale del sindaco Federico Basile in merito alla grande opera ha subito un testacoda a 180 gradi, passando da forti perplessità e grandi prese di posizione che mettevano in testa la città, a una… totale assenza di riflessioni, argomentazioni, interesse. E’ quanto emerge dalla relazione annuale di terzo mandato: la prima in cui Basile, sia pure da pontista dichiarato, non menziona nemmeno la grande opera e le ricadute che potrebbe avere sulla città, e che nelle due relazioni precedenti, alla voce “Attività di interlocuzione progetto Ponte sullo Stretto di Messina”, occupavano pagine e pagine di preoccupazioni, perplessità, dubbi e interrogativi sull’iter procedurale e progettistico dell’opera.
Cosa è cambiato da un anno all’altro? Sostanzialmente non molto, invece politicamente un deciso ammorbidimento, riguardo alla questione, delle posizioni di Sud chiama Nord e del suo leader Cateno De Luca, da parte sua passato da sfegatato pontista a un atteggiamento di contrarietà quasi “anarcoinsurrezionalista”, e ora silenziosamente rientrato nei ranghi (complice anche l’avvicinamento al centrodestra, storicamente in Sicilia, e al governo, da sempre a favore del ponte). Dal punto di vista sostanziale, non è che gli interrogativi che Basile poneva negli anni scorsi, in termini di impatto sulla vivibilità, sviluppo della città indipendentemente dal ponte, e interlocuzioni col governo quasi assenti, abbiano trovato chissà quale risolutiva risposta. Anzi. Proprio nelle ultime settimane i nodi della viabilità (e della vivibilità) in zona sud, specie in via Marco Polo, sono venuti prepotentemente a galla, per esempio, rimane sempre il nodo dei mezzi pesanti che si inseriranno in un traffico già al limite della congestione, e sono venuti fuori altri espropri e altre demolizioni non conosciute fino a ora in zona sud. Ma niente di questo ha rilevato.
E infatti, se nelle relazioni del primo e del secondo anno si sollevavano cinque pagine di importanti questioni (“nulla più ci è dato sapere su scelte strategiche importantissime per il Comune di Messina”, scriveva Basile nel 2023), nell’ultima relazione, nella mezza pagina in cui si parla dell’attività di interlocuzione nell’ambito dei rapporti istituzionali, accanto alla foto con Ciucci, il ponte non viene mai nemmeno nominato: e si ripete, parola per parola, quello che Basile riporta nel capitolo “Sinergia istituzionale con ANCI Regione Sicilia”, in cui esprime soddisfazione.
E’ tutto quello che Basile ha da dire sulla grande opera, la cui progettazione e realizzazione aveva suscitato tanti interrogativi e prese di posizione nei due anni precedenti. E infatti, se nelle relazioni precedenti la parola “ponte” ricorreva ben 35 volte in 5 pagine, nell’ultima, quella relativa al 2004-2005, la parola “ponte” appare solo una volta: nell’intestazione.